Silvio Baldini, ex allenatore di Palermo e Perugia, è intervenuto nel corso della trasmissione Domenica Sportiva parlando dell’esperienza rosanero e del suo legame con il calcio.
Le dichiarazioni di Baldini
“Se io alleno una squadra normale, ed alleno in Serie A, gioco per arrivare primo. Perché io so che se riesco ad allenare il tempo e lo spazio ad un giocatore normale, quando la palla ce l’hanno gli altri non gli do il tempo di ragionare, quando ce l’ho io, velocemente devo cercare la conclusione. Il tempo e lo spazio li conquisti, se conquisti prima l’animo dei tuoi giocatori. Non è solamente un gioco, è una cosa molto impegnativa. Questo modo di esprimere il calcio non è semplice, non tutti lo possono capire. Allora io cerco sempre di parlare di emozioni, perché dei contenuti ne parlo con i giocatori”.
“Nel calcio ci sono tante teste di ca**o che attribuiscono a chi cerca di fare un qualcosa di nuovo e diverso un etichetta negativa. Questo a me non interessa e vado per la mia strada. Quello che mi da fastidio e che se chiedo a loro come si trova la superficie, non lo sanno. Se chiedo a loro la distanza efficace in cui io mi alleno per poter avere sempre una soluzione di attacco, non lo sanno! Non sanno che sono trentasei metri. Non l’ho inventato io, ma quelli che studiano la matematica. Inutile che mi alleno a settanta metri dalla porta. Mi devo allenare in quello spazio in cui ogni soluzione è efficace per fare gol. Ma per farlo devo conquistare l’anima dei miei calciatori, altrimenti se incontro Ronaldo ho perso”.
“Quando allenavo a Palermo volevo andare in Serie A per battere la Juventus. Per me la Juve rappresenta la squadra più forte. Poi ci sta che uno stupido pensa che io sia uno che si illude o che vive di favole. No, io vivo di realtà, di fatto quando vedo che le cose non vanno me ne vado, perché il tempo non lo voglio sprecare”.
LEGGI ANCHE