Chi l’ha detto che bello è sinonimo di vincente? E chi l’ha detto che un risultato si ottiene solo se si gioca una partita perfetta? Nell’eterna battagli tra chi predica il bel calcio e chi si affida solo al risultato finale, il Palermo di Eugenio Corini sembra aver scelto da che parte stare. Le ultime tre gare ne sono la prova schiacciante. In tal senso i tre risultati utili contro Cittadella, Modena e Parma hanno in comune molte cose.
Palermo di “corto muso”: scelta o necessità
Dopo un periodo più nero che rosa, in casa Palermo tutto l’entusiasmo che si era creato nell’estate passata sembrava essere sparito. La magia della promozione e dell’arrivo del City Football Group, aveva lasciato spazio alle nubi dei risultati che non arrivavano e del gioco che faticava, e fatica tutt’ora ad essere espresso. Tuttavia, in questo inizio di campionato c’è già una “sliding door” per i rosanero ovvero il pareggio per 3-3 contro il Pisa. Delle ultime gare, dal punto di vista tecnico, quella contro i toscani è stata la partita migliore del Palermo: tante azioni da gol, condite anche dai tre gol realizzati. C’è un “ma”: la rimonta subita da 3-1 a 3-3, che aveva suscitato qualche dubbio sulla tenuta difensiva.
Archiviato il match contro i nerazzurri, Corini si è trovato di fronte ad una scelta: sacrificare il gioco per dare precedenza ai risultati. Il primo esperimento è stato quello contro il Cittadella, nella quale il Palermo ha giocato una partita brutta, ma tenendo la porta inviolata. Leggero miglioramento nel match contro il Modena, con una difesa che subisce molto ma che riesce a non essere battuta e un attacco che riesce a capitalizzare le poche occasioni concesse dai padroni di casa. Contro il Parma, una squadra sulla carta nettamente superiore, i rosanero hanno scelto di sacrificare completamente il gioco portando anche gli ospiti a giocare una brutta partita. Il risultato però dà ragione a Corini, che grazie a Marconi torna a poter lavorare senza la pressione della classifica.
Nelle ultime tre gare il Palermo ha ottenuto 7 punti, segnando 3 gol e subendone 0. I numeri e l’atteggiamento in campo fanno comprendere come la squadra si sia schierata dalla parte dei risultatisti. Ma sarà così fino alla fine della stagione?
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