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Cosenza-Palermo, il ritorno nostalgico di Marson: la sua storia

Marson

Si avvicina la sfida tra Cosenza e Palermo. Le due compagini si affronteranno allo stadio “San Vito” sabato 12 novembre alle ore 14, per la 13a giornata del campionato di Serie B. Tra le fila della squadra calabrese anche il giovane portiere Leonardo Marson, classe 1998, che in passato ha vestito la maglia delle giovanili rosanero fino ad arrivare nel giro della prima squadra.

I PRIMI PASSI NELLA CARRIERA DI MARSON

La sua esperienza in Sicilia inizia nell’agosto del 2014, quando il portiere allora appena sedicenne, si trasferisce dalle giovanili del Milan a quelle del Palermo. In quel periodo Marson era considerato una delle promesse più interessanti nel suo ruolo, ma nel settore giovanile del Milan a fargli concorrenza c’era un certo Gigio Donnarumma, che stava già bruciando le tappe. Ad approfittare della situazione fu dunque il Palermo, che poteva garantire al portierino di origine friulana più spazio di quello che avrebbe trovato restando in rossonero. Tre le presenze collezionate con l’Under17 rosanero e ben 47 quelle con la maglia della Primavera, con la quale subisce complessivamente 49 reti.

L’APPRODO AL COSENZA, UN’ OCCASIONE DI RISCATTO

Nella stagione 2016/2017 viene aggregato alla prima squadra, allora in Serie A. Durante la sua esperienza palermitana, per lui, anche una breve parentesi in prestito al Sassuolo, prima di lasciare definitivamente il capoluogo siciliano nell’estate del 2018 con destinazione Olbia. Pur avendone respirato l’aria dunque, Marson non avrà mai l’occasione di debuttare in prima squadra con il Palermo. Ad agosto di quest’anno l’arrivo in B al Cosenza, dopo aver giocato in C con Cesena e Vibonese. Per il portiere, oggi 24enne un’occasione di rilancio. In un momento abbastanza critico per la sua squadra Marson è stato chiamato a giocare da titolare nelle ultime 2 partite giocate dai calabresi, contro Frosinone e Pisa.

Dopo tante presenze in C i suoi primi passi, finalmente, nel campionato cadetto. L’intento è quello di dimostrare che le qualità riconosciutegli nei primissimi anni della sua carriera: efficacia tra i pali, personalità, sicurezza nelle uscite e buone qualità tecniche, non erano un abbaglio ma che, al contrario, sono ancora oggi il suo “biglietto da visita”.

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