Ancora poche ore ed in Qatar il pallone inizierà a rotolare. 64 partite per incoronare la squadra che solleverà la Coppa del Mondo al cielo del deserto, e per dimenticare le polemiche che durano da 12 anni. Era il 2010, infatti, quando la FIFA annunciò che l’organizzazione di questi Mondiali era stata assegnata ad un piccolo emirato sul golfo arabico che ha gli stessi abitanti della città di Roma. Uno Stato grande più o meno quanto l’Abruzzo, in gran parte desertico, che in questi anni ha costruito non solo stadi, ma intere città dal nulla per ospitare l’evento più importante dello sport mondiale.
I Mondiali come vetrina per il paese ospitante
Con gli occhi del mondo addosso ormai da anni, il Qatar ha attirato critiche da tutto il pianeta per la propria cultura e per le condizioni di vita e di lavoro che vengono imposte agli immigrati. Nel piccolo emirato, infatti, l’omosessualità è considerata un reato punibile con il carcere. Riguardo all’immigrazione, invece, i lavoratori provenienti da altri paesi non possono lasciare il Qatar senza il permesso del datore di lavoro, che ha addirittura la facoltà di sequestro del passaporto del lavoratore. Queste tematiche hanno fatto nascere ovunque movimenti di protesta che hanno sostenuto, senza successo, il boicottaggio della manifestazione. Alla fine, tutte le 32 squadre saranno regolarmente al loro posto a giocarsi il torneo, come da sempre accade. Infatti, questo Mondiale è solo l’ultimo di una lunga serie ad essere preceduto da critiche e polemiche, che poi vengono dimenticate quando finalmente si gioca.
La prima di una serie di polemiche
La prima nazione a capire quanto il Mondiale di calcio potesse diventare uno strumento di propaganda fu l’Italia del regime fascista nel 1934, quando il torneo fu vinto proprio dalla nazionale azzurra. Nel 1962, la Coppa del Mondo si giocò in Cile, in un paese povero ed arretrato che appena due anni prima era stato devastato da un terremoto. Nel 1978 fu l’Argentina ad ospitare la rassegna iridata, durante una delle dittature più feroci che la storia abbia conosciuto. Tutto il mondo sapeva che gli oppositori del regime militare venivano regolarmente rapiti, torturati e gettati nell’oceano direttamente dagli aerei. Ci fu addirittura un episodio di corruzione di una squadra, con il Perù che venne pagato per prendere 6 gol in una partita, permettendo così all’Argentina di passare il girone grazie alla differenza reti.
Nel 1982 l’Italia guidata da Paolo Rossi trionfò al Mondiale in Spagna, alla fine di un torneo che si giocò sotto la costante minaccia dei terroristi spagnoli dell’ETA, con i ritiri delle squadre sorvegliati da centinaia di poliziotti. Nel 2014 il Brasile cercò in tutti i modi di nascondere le manifestazioni di protesta contro la Coppa del Mondo, da parte di cittadini esasperati. Un paese attraversato da gravi diseguaglianze, con pochissimi ricchi ed invece la maggioranza della popolazione in povertà, che si permetteva addirittura l’organizzazione di un Mondiale e di un’Olimpiade due anni dopo. Nonostante tutto, gli sceicchi del Qatar possono stare tranquill e godersi il proprio Mondiale: sono in ottima compagnia.
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