Il direttore del Corriere dello Sport, Ivan Zazzaroni, nel podcast “Santo Catenaccio” in onda su Spotify, ha parlato di Lele Adani, protagonista in molte partite del mondiale con i suoi commenti durante le telecronache. L’ex difensore è al centro di molte discussioni in questo periodo a causa dell’esagerazione nell’esaltare certi momenti delle partite. Molti suoi “colleghi” giornalisti hanno espresso il loro pensiero su di lui, ritenendolo spesso esagerato e costruito nel raccontare i match. Zazzaroni ha, in tal senso, detto la sua durante il podcast, definendo i comportamenti di Adani solo “una ricerca di consenso”. Ecco di seguito le sue parole.
Zazzaroni duro su Adani
“Quando ingaggi Lele sai quello che prendi e quindi devi prendere tutto il pacchetto. La televisione e il consenso fanno male, il tipo di agitazione che ha è una ricerca di personalismo e ricerca incredibile di consenso, anche se lui dice che non è così. Se lo conosci lo eviti o viceversa”.
“Come conoscenza Adani è superiore a molti altri commentatori improvvisati che ci raccontano il nulla, però attenzione conoscenza non vuol dire competenza. Se riuscisse a gestire questa conoscenza in maniera diversa probabilmente sarebbe fra i migliori, ma purtroppo è fatto così”.
Durante l’intervista spazio anche per parlare del comportamento della Fifa in questi mondiali così criticati: “Fifa screditata da questi Campionati del mondo? Alla Fifa non importa di uscire screditata da questi mondiali, è una dittatura che cerca il consenso solo sul piano economico e finanziario. Storicamente le dittature finiscono, ma ad oggi Infantino è l’unico candidato quindi non c’è speranza: quando riesci a convergere su te stesso un numero di voti sufficiente puoi permetterti di fare quello che ha fatto lui e quelli che precedentemente c’erano prima di lui. Queste sono dittature che macinano denaro seppur criticate. Il Qatar? quando finirà questo Mondiale si dimenticherà il Mondiale”.
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“Dove lo avete preso per intervistarlo, per caso avete scoperchiato un sepolcro egizio?”