Giuseppe Sannino: “Era in D, lotta per la A; vi spiego come nasce il miracolo Südtirol”
Parla l’ex tecnico del Palermo che oggi allena in Svizzera e che ha guidato gli altoatesini
nella prima parte della loro scalata.
“Tappe importanti della mia carriera. Non tifo per nessuno”.
“Centrai la storica promozione in C2. Un club importante con soci di madre lingua tedesca
che ragionano da imprenditori.
A maggio mi hanno invitato alla festa per la B. La società è solida ero sicuro che sarebbero arrivati a questi livelli.
I rosanero possono ancora crescere. Corini un gentleman serio e capace. Chiunque è felice
di far parte del City Group“.
Questo il titolo di Repubblica, oggi in edicola.
L’articolo di Salvatore Geraci, che intervista l’ex tecnico rosanero Sannino.
Guseppe Sannino, 65 anni ed allenatore in Svizzera, ha da sempre voluto preservare il fascino dell’ignoto e la genuinità della passione giovanile del mondo del calcio.
“Sono tornato indietro nel tempo,
ne avevo bisogno. La nostra è
come una vecchia C2, ci alleniamo
di sera, molti dopo otto ore di
lavoro, e non manca mai nessuno
anzi a volte trovi qualcuno in più”, dice il tecnico ex Palermo.
“Sudtirol? Li portai dalla D alla C2, poi ci
sono voluti più di ventidue anni
per costruire l’attuale scalata. Gli uomini cambiano, la filosofia della società è sempre la stessa. Non erano abituati a sentire alzare la voce, mi presero per
pazzo”.
“Corini? Un gentleman, serio e capace, inizio difficile ma adesso sta facendo bene”.
“Chi vedo favorito per la A? Togliendo il Frosinone, tutti hanno possibilità
da giocarsi. Una volta nei play-off,
qualunque risultato è possibile”.
Chi tifo tra Südtirol e Palermo?
“Non tifo per nessuno. In Alto Adige, ho
ottenuto il primo successo. Con Zamparini sono entrato nel pianeta della A sfiorando una miracolosa
salvezza. A tre giornate dalla fine
eravamo salvi, ma l’errore di
Sorrentino contro il Bologna e la
Juventus di Conte nel giorno dello
scudetto furono fatali. L’obiettivo del Palermo è la Serie A”.
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