De Laurentiis: “Bari? Se non cambiano le leggi, dovrò venderlo”
Sempre roboante nelle dichiarazioni Aurelio De Laurentiis. Il presidente del Napoli e del Bari ha parlato al Sole 24 di diversi temi, tra i quali anche quello della sua multiproprietà: per il regolamento della Serie A, una stessa famiglia non può possedere due club all’interno del campionato. L’ultimo esempio in ordine di tempo è stata la Salernitana, precedentemente sotto il controllo del presidente della Lazio Lotito, successivamente venduta a Iervolino dopo la promozione in A dei campani.
Uno scenario simile può arrivare anche sponda Bari: con i pugliesi in piena lotta promozione, lo spettro della cessione per De Laurentiis è più vicino che mai. L’attuale presidente del Napoli che sta dominando il campionato, si priverebbe a malincuore della proprietà del club pugliese, nell’eventualità questo dovesse riuscire a tornare nella massima serie italiana.
Bari, De Laurentiis deciso: “Se va in A, dovrò vendere il club”
“Il Napoli è un giocattolo che appartiene alla famiglia De Laurentiis” ha detto il presidentissimo dei partenopei e del Bari in un’intervista al Sole 24. “Non ho bisogno di dargli una valore, tanto non lo vendo. L’ho preso nel 2004 quando vidi Gaucci pieno di catenine che veniva da Santo Domingo. Mio figlio voleva stare a Los Angeles ma io gli dissi che avevo voglia e ci credevo. Il Bari? Va venduto. Se non cambiano la legge come in Europa dove padre e figlio possono avere due club. Mi piacerebbe tenerlo, sono amico di Decaro. L’ho seguito nel primo anno di serie D, l’ho avviato, poi Luigi mio figlio è stato bravissimo”.
LEGGI ANCHE
Il Palermo celebra la Giornata Internazionale dello Sport: la nota
Cosenza, allarme Nasti: l’attaccante potrebbe essere indisponibile
Tutti pazzi per De Zerbi: due club su di lui
Palermo, report dell’allenamento: le condizioni di Verre
Obiettivo playoff: quanti punti possono bastare?
SEGUICI SU FACEBOOK | INSTAGRAM | TWITTER
Altre News
Il “Club di Tifosi” torna questa sera alle ore 21:30
Palermo, lunedì Dionisi in conferenza
Il caffè della domenica: Rosa o nero?