Palermo-Benevento a Maggioni: un fischietto che non stimola polemiche
Il designatore Rocchi per questa delicata partita, che si giocherà sabato 22 aprile alle ore 16.15 allo stadio Renzo Barbera, ha scelto il fischietto della sezione di Lecco che avrà come collaboratori Rocca e Gualtieri, con quarto ufficiale Emmanuele; al VAR Pairetto assistito da Marchetti.
Nato a Merate il 12 marzo 1984, Maggioni ha iniziato ad arbitrare a 18 anni, nel 2002, dopo aver brillantemente superato l’apposito corso. Nel 2009-10, dopo aver completato la trafila nelle categorie provinciali e regionali, è approdato alla Cai e l’anno dopo nella Can D. Nel 2014 ha ottenuto la promozione alla categoria successiva, la Lega Pro, per poi passare nel 2018 in serie B. Il debutto in A il 4 aprile 2019 in occasione della sfida tra Sassuolo e Chievo, vinta 4-0 dai neroverdi. Nella prima stagione in pianta stabile in massima serie ha totalizzato una sola direzione, più dodici in serie B e due in Coppa Italia.
Allo stato attuale ha diretto 7 volte in serie A e ben 49 in serie B ed ha estratto 239 volte il cartellino giallo, 8 volte il doppio giallo e 3 volte il rosso diretto.
Maggioni, arbitro di Palermo-Benevento, dirige nuovamente i rosa
Dirige per la seconda volta i rosa dopo Palermo-Parma 1.-0 del 5/11/ 2022 , diretta rimediando una discreta sufficienza. I sanniti invece lo incrociano per la terza volta dopo Benevento-Padova 3-3 del 5/5/2019 e Benevento-Pordenone 2-1 del 15/2/2020. Il suo avvento in massima serie è avvenuto addirittura dopo quasi settant’anni, che un fischietto della sezione di Lecco non dirigeva sui più prestigiosi palcoscenici del calcio italiano. Lorenzo Maggioni è uno dei “nuovi arbitri” che si sono affacciati in serie A a partire dalla stagione 2020-21, quando le sezioni della Can di A e B sono state unificate.
Maggioni oltre alla sua attività di fischietto svolge la professione di impiegato.
Il 27 novembre 2019, nel corso di una lezione tenuta presso la sezione arbitrale di Aprila, è stato lo stesso Maggioni a illustrare il suo stile e metro arbitrale. “L’essere se stessi, senza dover imitare qualcun altro; la semplicità, in modo tale da non snaturare ciò che siamo; la comunicazione, intendendo il corpo come centro di comunicazione dell’essere arbitro e il concetto di squadra, fondamentale per un giusto approccio alla gara”. Fondamentale anche la capacità di gestione dell’errore: “L’arbitro cresce da quelle che sono le cicatrici e solo un confronto può portare al proprio miglioramento e apportare un valore aggiunto”.
Belle bellissime parole che poi comunque bisogna far quadrare con i comportamenti in campo e qui però che cominciano le difficoltà poiché l’autorità della quale sono investiti gli arbitri molto spesso li porta ad ammalarsi di quel protagonismo che è poi la causa dei peggiori errori che sempre più spesso li vedono coinvolti anche a dispetto del VAR, le immagini che dovrebbero servire a fugare, almeno nella maggioranza dei casi, qualsiasi dubbio.
Ma tant’è… Buon arbitraggio a tutti
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