Gardini: “Playoff? ci dispiace. Lavoro di Corini positivo”
Dopo la partita contro il Brescia, è terminata la stagione per il Palermo, che ha concluso in nona posizione un campionato che doveva vederlo lottare per la salvezza, e che invece ha accolto la squadra di Corini tra le protagoniste della zona play-off. La posizione in classifica non è valsa un posto negli spareggi promozione ma, al netto di alcune amnesie stagionali, l’annata rosanero non può considerarsi che discreta.
La società di viale del Fante ha voluto esprimere il proprio bilancio sulla stagione appena passata con una nota sul proprio sito ufficiale. Ecco l’intervista a Gardini, amministratore delegato dei rosanero.
Palermo, ecco il bilancio dell’annata: le parole di Gardini
Come valuta la stagione del Palermo?
“La stagione che si è appena conclusa non può essere che considerata positiva in un campionato altamente competitivo e difficile come quello di questa stagione, uno dei più difficili di tutta la storia della serie B. Il finale lascia sicuramente molto rammarico, perché siamo arrivati a pochi minuti da poter disputare i playoff e questo sicuramente ci lascia l’amaro in bocca. Però dobbiamo considerare come abbiamo cominciato la stagione, da dove siamo partiti, e quindi riteniamo che questo alla fine possa essere considerato un risultato positivo, perché abbiamo centrato gli obiettivi che ci eravamo posti all’inizio della stagione”.
Rimane un po’ di rammarico per la mancata qualificazione ai playoff?
“Certo rimane. Sarebbe anche riduttivo pensare che non che non fosse così perché siamo arrivati a fine primo tempo che eravamo settimi e se la Reggina non fa il gol al 94° avremmo centrato l’ulteriore step che si poteva raggiungere, però con i se e con i ma non si fa strada. Dobbiamo considerare come si arriva ad ottenere certi risultati e certi risultati si ottengono attraverso il metodo, la programmazione, il cercare di migliorare giorno per giorno il lavoro che si va a costruire. Da questo punto di vista non possiamo che essere soddisfatti in considerazione del fatto che vincere è il nostro obiettivo. Però dobbiamo star bene attenti a non vincere per casualità. La casualità non produce nessun tipo di beneficio se non il piacere momentaneo. Noi invece dobbiamo creare le solide basi per avere un club importante nella massima serie. Il tempo è quello che ci vorrà, che si renderà necessario. Però è chiaro che il percorso è segnato ed è fatto da comportamenti che devono essere giorno per giorno messi assieme uno all’altro per poter arrivare il prima possibile dove ci siamo prefissati. Per caso si può vincere una volta su dieci. Se programmi e crei certi presupposti puoi vincere nove volte su dieci. Questo deve essere il punto di partenza per un prossimo campionato che dovrà avere altre caratteristiche”.
Molti tifosi sono comunque rimasti scontenti. Come risponde?
“Ma i tifosi, che siano scontenti, è un loro diritto, è corretto. Ci hanno sostenuto per tutta la stagione e avere portato 32.000 persone allo stadio in occasione dell’ultima partita decisiva con il Brescia è un motivo di orgoglio e un motivo di soddisfazione e anche un grandissimo senso di responsabilità. Perché quindi significa che questa piazza e questi tifosi meritano quello che stanno cercando di chiedere. E noi abbiamo il dovere di portarli dove loro vogliono e quindi è ancora maggiore la responsabilità che ci sentiamo tutti noi addosso. Noi chiediamo soltanto il fatto di essere valutati in base a quello che si fa e non a quello che si dice. E in questo senso è molto importante la valutazione che il tempo deve essere appunto un’opportunità da sfruttare e non un alibi. Abbiamo però cominciato a costruire una società che quattro anni fa era in serie D. Un anno fa si erano vinti i playoff. Pochi giorni prima dell’inizio del campionato allenatore e direttore sportivo hanno deciso di prendere una strada diversa e abbiamo dovuto ripartire con una nuova proprietà. E quest’anno sarà il primo anno in cui la nuova proprietà potrà programmare la prossima stagione. Quindi sono tutte componenti che hanno una loro rilevanza. Noi riteniamo che con metodo, con programmazione, con serietà, con competenza a Palermo si possono ottenere risultati quasi inimmaginabili perché il tifoso è giusto che debba sognare. Noi siamo dispiaciuti alla fine per non essere riusciti a dare loro la soddisfazione di portare la squadra ai playoff. Però dobbiamo ricordarci, ed essere onesti, da dove siamo partiti e quello che abbiamo ottenuto in una stagione e quindi questo deve essere un motivo di orgoglio per la squadra, per quello che ha fatto nelle 38 partite. È un punto di partenza per il campionato prossimo perché riteniamo che questo sia fondamentale per il raggiungimento di determinati obiettivi”.
Come valuta la stagione di Mister Corini?
“Positiva. Come quella della squadra, ovviamente. Eugenio è un tecnico preparato, capace, determinato, una persona seria, un grandissimo lavoratore. Lui e il suo staff. L’abbiamo scelto dopo un’attenta analisi, anche in considerazione del fatto che è stato il capitano di questa squadra, forse nel periodo più fulgido della storia del Palermo. Ed era quindi ben consapevole di quelle che erano le responsabilità e le pressioni in cui sarebbe incorso allenando il Palermo. Però la sua personalità che in campo dimostrava e che ha portato i risultati ad essere uno dei centrocampisti più apprezzati, ha dimostrato anche quest’anno di averla come allenatore, mantenendo la barra dritta nei momenti di difficoltà, non scoraggiandosi dopo un periodo complicato all’inizio, accettando una sfida così gravosa di responsabilità e di pressioni come quella di allenare una squadra come il Palermo. Riteniamo che il lavoro fatto dallo staff tecnico sia stato un lavoro molto positivo. Chiaramente sempre si può far meglio, tutti noi possiamo far meglio e anche la squadra avrebbe potuto far meglio, ma evidentemente non eravamo pronti e abbiamo iniziato un percorso biennale. Abbiamo visto tanti risultati e come sono stati ottenuti. Riteniamo sia corretto proseguire il rapporto professionale con lui in maniera molto seria, consapevoli delle sfide che ci aspettano l’anno prossimo da cui non ci vogliamo assolutamente nascondere o sottrarre“.
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