Palermo – Ariedo Braida: “Dall’era Barbera al City i rosa nati per la serie A”
Il grande manager del calcio mondiale ha giocato nel Palermo “Ricordi bellissimi di squadra e città ancora nel mio cuore”
“Il presidente mi voleva bene. Era un uomo d’altri tempi, persona adorabile che emanava eleganza e signorilità“.
“Tenetevi stretto Brunori: di attaccanti come lui in giro ce ne sono pochi. Anch’io avrei
confermato Corini in panchina“.
Questo il titolo di Repubblica, oggi in edicola.
Interessante intervista di Salvatore Geraci con Ariedo Braida, che giocò nel Palermo 49 anni fa sfiorando la serie A. Poi l’attaccante friulano, da dirigente, andò al Milan al Barcellona e oggi conta tantissime amicizie e considerazione nella galassia del Manchester City. Oggi è direttore generale della Cremonese ma sta passando al Monza dove troverà Berlusconi e Galliani che definisce un fratello.
Adesso è ufficiale: il prossimo anno si punterà alla A
Il progetto Palermo va avanti più forte e solido di prima
Ricorda i suoi anni a Palermo con i rosanero che avevano ambizioni visto che venivano dalla finale di Coppa Italia. Descrive Palermo come una città stupenda che molti non conoscono nonostante ci vivono. Una metropoli meravigliosa con i suoi teatri e con la spiaggia di Mondello di cui era ed è ancora innamorato. Un ricordo anche del presidente Barbera persona d’altri tempi, adorabile, elegante e signorile; grande anche la sua amicizia con il figlio Ferruccio. Nel corso degli anni qualche contatto con il Palermo visto che aveva buoni rapporti con Zamparini fin dai tempi del Venezia e poi con Foschi, il braccio destro di Zamparini, visto che sono anche paesani perché nati a pochi chilometri di distanza.
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Ma quell’anno in cui il Palermo si interessò poi Braida passò al Barcellona dove aveva conosciuto Soriano, Begiristain e il fratello di Guardiola, dirigenti straordinari, persone competenti in un mondo in cui trionfa molta approssimazione sono invece molto competenti. Insomma il City Group è un’azienda immensa che ha in programma di portare la squadra in serie A perché a certi livelli non si può pensare di vivacchiare e il Palermo in massima serie sarebbe normale. Raccomanda di non perdere Brunori ed è d’accordo nell’aver confermato Corini perché è la continuità che fa vincere. Bisogna imparare a perdere per non sciupare il lavoro fatto perché quello che conta è programmare, 1, 2 o 3 anni non hanno importanza.
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