È bastata una sola partita: ma che gara. Il Palermo ha trovato il proprio Caudillo e Fabio Lucioni ha trovato i rosa. Fa quasi strano utilizzare un termine che appartiene alla cultura sudamericana e uruguaiana nello specifico, visto il ricco ed esteso lessico italiano. Ma nessuna parola nel nostro vocabolario descrive meglio Lucioni. Il calciatore ex Frosinone e Lecce, due tra le tante squadre in cui ha militato, nella sfida contro il Cagliari ha regalato una prestazione memorabile.
L’esperto difensore classe 1987, non proprio un ragazzino, ha dato solamente un assaggio a compagni e supporters rosanero, di quella che sarà la stagione nelle retrovie: tra le file della difesa del Palermo. Nessuno deve e può passare: sembra questo l’imperativo pronunciato in ogni singola azione, con il linguaggio del corpo e non solo quello verbale, da Lucioni. I rossoblù e specialmente gli attaccanti, nonostante la vittoria negli ultimissimi secondi dei tempi supplementari per giunta, passeranno notti insonni con lo sguardo puntato su di loro del giocatore palermitano.
Palermo: il Caudillo Lucioni
Per larghi tratti dell’incontro, se non per tutti i 120 e passa minuti, il nuovo difensore a disposizione di mister Eugenio Corini ha giganteggiato all’interno della propria area di rigore. Non ha lasciato spazio e campo a nessun avversario: chiedere a Pavoletti, scivolato a botta sicura per mandare il pallone in rete dopo aver sbagliato il rigore, e annichilito dal salvataggio in spaccata di Lucioni.
E domandare sempre a Pavoletti che, per tenere lontano il giocatore rosa, ha dovuto sbracciare insistentemente sino a procurargli un turbante su tutta la testa. È proprio questa la forza del neo acquisto, già entrato nei cuori dei tifosi rosanero nonostante il passato ciociaro: una garra, volendo rimanere in Sud America, che nessun altro possiede in difesa.
Ha condotto egregiamente la linea difensiva del Palermo, mai apparsa realmente in affanno, lottando e sfoggiando un carisma fuori dal comune. In ogni contrasto, in ogni stacco di testa, in ogni impostazione da dietro, ha dato l’impressione di poter trascinare con sé anche il più scettico dei tifosi. Ed è proprio questa la definizione di caudillo e, la Nazionale di calcio uruguaiana per tradizione, ne ha avuto sempre uno. Un leader dentro e fuori dal campo. Insomma mai come oggi Uruguay e Palermo sono stati così vicini: ora anche i rosa hanno il proprio Caudillo.
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