Delio Rossi, ex allenatore del Palermo, ha rilasciato delle dichiarazioni nel corso di un’intervista al Giornale di Sicilia. L’ex tecnico dei rosanero ha ricordato i tempi in cui lui era alla guida dei siciliani. Un ritorno nel passato tra milioni di emozioni e ricordi in quella che è stata per lui la prima delle due avventure sulla panchina del Palermo. Ecco di seguito le sue dichiarazioni.
Le dichiarazioni di Delio Rossi
L’ex allenatore del Palermo ha parlato del possibile cammino dei rosanero durante l’attuale campionato di Serie B: “Non so se sarà Serie A, io seguo sempre il Palermo, è ancora presto per parlare, di solito aspetto l’ottava o la decima giornata. Quando arrivai in Sicilia era la prima volta per me. Non conoscevo i siciliani e conoscevo ancora di meno il popolo palermitano. Fin da subito mi sono sentito amato, il loro trattamento nei miei confronti fu eccezionale”.
Tante panchine fatte in carriera ma sempre difficile trovare l’esperienze più belle: “Porto ricordi bellissimi dell’esperienza a Palermo, non so dirti se è stata la migliore della mia carriera. Ho allenato grandi giocatori, specie nella stagione 2010/11, come Miccoli, Pastore, Bovo. L’anno precedente sfiorammo la qualificazione alla Champions League, ricordo che era quasi fatta e poi la Sampdoria vinse a Roma contro i giallorossi, facendogli perdere di fatti lo scudetto. Ci fu grande dispiacere, i calciatori lo meritavano”.
L’aneddoto dopo la sconfitta al Barbera contro l’Udinese: “Perdemmo 0-7, sono quel tipo di partite che vanno nel modo opposto a come le hai preparate. Dopo pochi minuti andammo in svantaggio, poi rimanemmo anche in 10. Potevamo chiuderci e subirne di meno ma io non intendo il calcio così. Zamparini era furioso, sia di perdere in quel modo che di perdere contro l’Udinese. Fui esonerato e chiamato nuovamente dopo 5 giornate. Il mio successore le perse tutte e 5, meglio perderne una 0-7 che 5 di fila”.
Delio Rossi non ha escluso, nel futuro, un possibile ritorno ai rosanero: “A certi club che ti hanno trattato bene non puoi dire di no. Se Palermo chiama io risponderò sempre presente. Prima del fallimento mi chiamò Foschi per giocare i playoff, che purtroppo non giocammo però. Quell’anno sono successe tante cose fuori dal campo, ma io non ne ho mai capito nulla. Non voglio ancora smettere, allenare è l’unica cosa che so fare. Il bello deve ancora venire, se qualcuno mi cerca io vedrò di mettermi a disposizione”.
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