Palermo, tu chiamale se vuoi…illusioni…
C’eravamo forse illusi che questo Palermo potesse passeggiare contro qualunque avversario, che potesse insomma diventare in brevissimo tempo uno schiacciasassi irresistibile, come o forse più del Frosinone della scorsa stagione.
E c’eravamo illusi, o forse semplicemente speravamo, che le tante critiche sul gioco e sulle scelte tecniche fossero qualcosa di molto lontano, frammenti del passato, il Corini-out solo un brutto ricordo.
Ma il risveglio purtroppo ha il gusto dell’amaro, dopo una sconfitta in casa con un goal di Canotto al minuto 91, lo stesso calciatore più volte accostato al Palermo questa estate ma mai reale obiettivo della società rosa.
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Una sconfitta che per molti è stata come uno schiaffo, uno schiaffo che bruscamente riporta alla realtà dall’illusione. Ma era davvero illusione?
Perché a ben vedere questa illusione forse non c’è mai stata in questo primo mesetto di campionato, di fronte a vittorie che hanno sempre (a parte la partita in casa con la Feralpisalò) lasciato intravedere più di qualche problemino irrisolto.
Diciamo allora meglio che tanti tra tifosi e addetti ai lavori si sono voluti probabilmente illudere, di fronte alle tre vittorie su quattro gare chiudendo, anche giustamente trattandosi solo delle primissime gare, gli occhi di fronte a ciò che non andava.
Palermo, davvero l’entusiasmo era eccessivo?
Tutto l’ambiente con 26.000 mila spettatori e anche la proprietà, con lo stato maggiore del City Football Group ieri presente in tribuna in modo massiccio, ha voluto supportare la squadra per spingerla alla quarta vittoria di fila, perché era giusto così, al di là di perfezionismi e pregiudizi.
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Ma purtroppo quei problemi solo accennati come “punti di miglioramento”, ieri di fronte a uno stadio colmo di passione sono emersi in modo straripante contro un avversario solo ben organizzato e con un paio di buone individualità di categoria reduci da campionati ampiamenti deludenti.
Qualcuno ha scritto di entusiasmo eccessivo da parte dell’ambiente per le tre vittorie di fila, ma ad un’attenta analisi si è trattato solo della voglia di stringersi attorno a questa squadra, nel tentativo di cavalcare l’onda positiva, pur nella consapevolezza della necessità di migliorare sotto tanti punti di vista.
Una consapevolezza che era nei commenti di tantissimi, ma che le vittorie hanno lasciato in sottofondo, fino a ieri sera, quando si è dovuto fare i conti con la realtà di un Palermo che deve ancora tanto lavorare, soprattutto nella concretezza e nella capacità di leggere i momenti della gara.
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L’importanza di guardare avanti
Nell’amaro day after di questa bruciante sconfitta lo sforzo da fare è quello di rifocalizzare la meta, che non può che essere la massima serie, quello è il nostro fine in questa stagione, l’obiettivo tanto agognato per raggiungere il quale incontreremo ostacoli e difficoltà forse maggiori dell’avversario di ieri sera.
Una messa a fuoco che va fatta subito, perché già martedì il Palermo è atteso a Venezia contro una diretta concorrente e non può permettersi di rimuginare sul passato, perché come dice Arturo Graf: ”Nel viaggio della vita non si hanno strade in piano: sono tutte o salite o discese…”.
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