Conta il risultato ma serve anche altro

Palermo – Conta il risultato ma serve anche altro

Siamo tutti consapevoli che nello sport e quindi anche nel calcio, quello che conta è il risultato. Conta soltanto vincere a prescindere da come lo si ottenga. È una legge dello sport ormai assodata: alla fine della fiera si guarda solo la classifica e a fine anno si dimenticano gli episodi e le circostanze che l’hanno determinata. Ma alle volte, per vincere non la singola battaglia ma l’intera guerra  serve anche altro.

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Gli episodi fortuiti o meno, possono aiutare nella singola partita ma per vincere un campionato serve anche giocare benino o quantomeno essere convincenti. Nessuno si illude di vedere calcio spettacolo, nessuno lo pretende, soprattutto in serie B dove squadre da calcio champagne sono rare. Fatta questa indispensabile premessa però serve qualcosina in più. Non basta il possesso palla o la giocata di fino fine a se stessa. Questo Palermo ha un organico tale da potersi permettere questo qualcosa in più; non stiamo parlando del gioco o sottolineando la litania che spopola sul web: Non c’è gioco.

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Alla fine non è andata tanto male

No, stiamo dicendo altro: ci vuole qualcosa in più nella costruzione dell’azione offensiva, nella manovra che ti porta al gol o ad essere pericoloso per le difese o il portiere avversario. Insomma essere più incisivi e più pericolosi davanti la porta avversaria provando a costruirlo con qualche schema ben rodato, provato e riprovato. Perché mettere semplicemente decine di cross banali in aria avversaria non sempre è produttivo, anzi in genere non lo è quasi mai. Questo vorremmo vedere stasera a Venezia: un Palermo un pizzico più vivace nella costruzione dell’azione offensiva. Certo se poi si vince come ad Ascoli va pure bene ma a lungo andare si dovrà diventare più pericolosi e temibili. Perchè c’è davvero tanto materiale per farlo.

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