Il Renzo Barbera non può più aspettare i tempi della politica

Palermo – Il Renzo Barbera non può più aspettare i tempi della politica

Il Renzo Barbera cade sempre più a pezzi, solo figurativamente, o quasi, per fortuna, ed ogni giorno che passa la situazione peggiora ulteriormente (ed alcune delle foto a corredo di questo articolo sono decisamente esplicative).

Peccato che chi dovrebbe fare qualcosa, ad oggi, di concreto non ha fatto praticamente nulla e le richieste del Palermo sono rimaste pressocchè inevase, tutte o quasi. Parliamo ovviamente di chi detiene la proprietà dell’impianto, che è sì vero sorge su area di competenza regionale, ma è di proprietà, purtroppo ci sentiamo di dire senza tema di smentita, del comune di Palermo.

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E qui casca l’asino. Il Palermo, calcio, che lo detiene in concessione, da sempre e con qualunque proprietà, ha fatto dei veri e propri salti mortali affinchè il Renzo Barbera riesca ad ospitare le partite della squadra rosanero e a volte anche quelle della nazionale. Ma sia chiaro si è sempre trattato di interventi tampone, perché, come possiamo bene immaginare, una struttura come uno stadio è soggetta ad un’usura “straordinaria” e 33 anni, ovvero quelli trascorsi dall’ultimo grande intervento di rifacimento, sono un tempo abnorme in questo caso.

La situazione dopo l’arrivo del City Group

Il Palermo, soprattutto dopo l’avvento del City Football Group, non ha mai fatto mistero della sua volontà di avere in concessione pluriennale, 99 anni sarebbe l’optimum, il Renzo Barbera per farne uno stadio moderno e finalmente vivibile.

Peccato che però i sogni, quelli della società di viale del Fante e quelli dei tifosi, si scontrino poi con una politica ed una burocrazia capaci solo di mettere i bastoni tra le ruote.
E dire che oggi, periodo storico in cui i comuni, tutti non solo quello di Palermo, sono costretti a raschiare il fondo del barile per trovare somme utili per qualsivoglia opera, se si trova qualcuno disposto ad investire su un impianto che ha estremo bisogno di lavori costosissimi per non rischiare di fare la fine di altre strutture, il palazzetto dello sport ed il diamante su tutti, bisognerebbe fare ponti d’oro all’investitore di turno.

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Il Palermo ha già presentato quanto necessario…

Ed invece nonostante il Palermo, avendo ben chiara la situazione e quindi tutti i lavori necessari almeno affinchè lo stadio sia in condizioni dignitose, in attesa di poter, si spera, fare lavori urgenti, necessari e soprattutto radicali, ha già presentato quanto necessario nulla si muove dalle parti di Palazzo delle Aquile e zone limitrofe.

Troppo impegnati, evidentemente, quando c’è concretamente da fare qualcosa non solo per il Palermo e gli sportivi palermitani ma per la città tutta, e ovviamente il riferimento non è solo al tema che stiamo trattando. La società di viale del Fante è pronta, prontissima, per appaltare i lavori già individuati come fondamentali, ma non può muovere un passo se prima non c’è l’autorizzazione della proprietà. Appunto, la proprietà…

Né chi governa né tantomeno chi sta all’opposizione ha evidentemente le capacità per provare a risolvere un problema che non nasce oggi ma che è noto a tutti e da tempo, salvo poi fare “battaglie” per avere privilegi e biglietti omaggio per partite e concerti. Che stia qui, tutto o gran parte, del problema?

E se succede qualcosa?

Ma ancor di più quanto ancora potrà durare questo immobilismo? Si aspetta che accada l’irreparabile per poi versare lacrime di coccodrillo ed iniziare l’italico scaricabarile?
Attenzione se, “cari” politici, non ve ne siete ancora resi conto qui si rischia di giocare con la vita delle migliaia di persone che allo stadio vorrebbero andare soltanto per divertirsi.

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