Palermo, un centrocampo camaleontico: cambia ma non sbaglia
Ad inizio stagione tutti davano il Palermo come una delle squadre più accreditate per la promozione in Serie A. Il mercato lasciava intuire questo, ma come dice un vecchio detto: “tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”. Corini e i suoi ragazzi al momento stanno cercando di rispettare questi pronostici non solo a suon di vittorie, ma anche con delle prestazioni e una solidità notevoli. Quello che colpisce dei rosanero è l’assenza della dipendenza dal singolo giocatore e gli 11 giocatori a segno ne sono una prova. Se l’attacco e la difesa sono i due reparti più decisivi, in casa Palermo il centrocampo non è da meno.
Palermo, cambiando il centrocampo il risultato non cambia
Ed è proprio la mediana rosanero ad essere stata fondamentale in questo inizio di campionato con tre giocatori andati a segno in queste prime otto partite giocate: Segre, Stulac e Henderson. Tuttavia l’efficienza dei centrocampisti di Corini non è misurabile solo secondo i gol messi a segno, ma anche su quanto incidono nell’economia dell’intera gara. Quello che salta all’occhio è soprattutto il fatto che la qualità non cambia pur cambiando gli interpreti. Dalla prima giornata Corini ha proposto dal primo minuto ben sei tridenti di centrocampo diversi non abbassando mai la qualità e l’intensità.
Il segreto di Corini sembra quindi aver trovato dei centrocampisti dalle caratteristiche l’uno diverse dagli altri che però insieme riescono a trovare l’intesa giusta. Il risultato è un Palermo vincente che ha nei suoi centrocampisti l’arma in più per puntare ad una stagione memorabile. E così dopo Segre, Stulac e Henderson nei prossimi mesi potrebbe toccare a Coulibaly, Vasi e Gomes poter assaporare la gioia del gol. Se è vero che “cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia” lo stesso vale per il centrocampo del Palermo: tutto cuore e qualità.
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