Palermo – C’è uno stato d’animo peggiore di tutti: la rassegnazione
Altra serata amara per i tifosi del Palermo, altra prestazione indefinibile e altra contestazione a fine gara. Però dai toni minori, più attenuata e meno assordante rispetto a quella dopo la sconfitta col Cittadella. Segno di maturità del pubblico, segno di attaccamento alla squadra nonostante tutto e tutti? Assolutamente no. E’ soltanto il frutto di uno stato d’animo preoccupante e disarmante: la rassegnazione. E’ come se il tifoso palermitano, dopo aver sbraitato in tutti i modi il suo malcontento, dentro e fuori casa, ormai ha allargato simbolicamente le braccia e si faccia trasportare passivamente dagli eventi. Esattamente come l’allenatore e la sua squadra, in balia dell’avversario di turno, sempre e dovunque.
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E la rassegnazione è il peggior nemico quando si parla di sport, di agonismo, di lotta, in campo e fuori. E’ come se la gente si sia rassegnata allo stato di fatto, a questa palude ristagnante che nessuno sembra voler smuovere e dopo tante urla e critiche, abbia deciso di abbandonare la squadra (e il tecnico) a se stessa. Questo sembrerebbe voler dire l’atteggiamento generale del pubblico ieri sera: soliti applausi per gli avversari, fischi (neanche troppo convinti) a fine gara, qualche coro verso la squadra e poi via a capo chino pensando già alle proprie faccende.
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Una sorta di rassegnazione anche rispetto all’immobilismo di tutti: tecnico, giocatori e società. E non si capisce chi dovrà sbrogliare questa matassa che gara dopo gara si aggroviglia sempre di più invece di dare anche piccoli segnali contrari. Insomma, per usare una frase fatta, mentre il medico (o i medici scienziati) studiano, il malato muore. E se già è morta la speranza della promozione diretta, speriamo che si faccia qualcosa prima che diventi pericoloso tutto, sia in termini di playoff che di zona retrocessione. Perché il cammino perenne e costante dell’ultimo mese e mezzo è preoccupante pure per la salvezza.
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