Repubb. – La triste fine del centravanti che sognò di giocare in A

Palermo – Il sogno spezzato di Lino, campione mancato nel mondo del calcio

Scoperto da Totò Schillaci, Celesia ha giocato nelle squadre giovanili di Palermo e Torino
fallendo però il salto tra i “grandi”. A vent’anni lo stop.

Il suo ultimo tecnico: “Ho capito che aveva mollato, peccato perché era un talento”.

Questo il titolo di Repubblica, oggi in edicola.

L’articolo di Claudia Brunetto sottolinea la triste fine di Lino Celesia, da bambino cresciuto al Cep, il quartiere del suo mito Schillaci e poi da ragazzino nei settori giovanili del Torino e del Palermo; non aveva altre passioni se non il calcio, è cresciuto ascoltando la musica neomelodica del padre Gianni di mestiere barbiere ma molto noto nelle esibizioni di quartiere e poi consigliere di circoscrizione UDC arrestato nel 2012 per una tentata rapina ad una gioielleria.

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Il calcio nella sua vita era tutto, centravanti dal fisico possente e bravo nel gioco aereo venne scoperto da Schillaci che lo volle alla scuola calcio Ribolla. Al Cel lo conoscevano tutti adesso a 22 anni passava il tempo libero in piazza. Dalle giovanili del Ribolla va al Torino poi il Palermo e infine anche il Trapani sempre nel settore giovanile. Poi gioca in Serie D con la maglia del Troina e del Marsala e realizza il grande sogno di scendere in campo al Barbera squadra che amava da quando era bambino.

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Però ad un certo punto qualcosa si rompe e a vent’anni arriva l’ultima esperienza in eccellenza con la Parmonval, prima di decidere di smettere col calcio. Sui social lasciava traccia delle sue vite quella che sognava da calciatore e quella dopo quando ormai il sogno era finito e con gli amici amava trascorrere il tempo e le serate al Cep o in discoteca come l’ultima di mercoledì notte prima che i colpi di pistola lo uccidessero.

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