Bari, Iachini: “L’abbraccio a fine gara? Non mi era mai successo”
Il nuovo tecnico del Bari Iachini sta riportando il giusto entusiasmo nella piazza pugliese: dopo mesi difficili, con la vittoria contro il Lecco si riaprono spiragli di luce per la squadra biancorossa. Grande merito va all’ex allenatore del Palermo, che ha commentato così le sensazioni del suo esordio con un’intervista a RadioBari durante il programma TBSport. Ecco quindi le sue dichiarazioni, riportate da Pianeta Serie B.
Le dichiarazioni dell’allenatore del Bari Iachini
Sulla partita contro il Lecco: “Non abbiamo fatto nulla, l’ho detto anche negli spogliatoi a fine partita. Abbiamo avuto un buon impatto come spirito e concentrazione, ma c’è ancora tanto da fare. A me piace mandare in campo una squadra organizzata, che abbia mentalità, atteggiamento e conoscenze, sia difensive che offensive. Dobbiamo mettere dentro in fretta questi principi. Dovevamo dare comunque uno svolta. I ragazzi mi hanno dato da subito grande disponibilità, hanno capito subito che seguendo determinati input avremmo avuto dei vantaggi. Ci sono stati anche dei colloqui individuali, perché penso che ogni giocatore ha una propria chiave di ingresso. Ma quell’abbraccio a fine partita pronti via non mi era mai successo“.
Sul modulo: “La Serie B è da sempre difficile, sebbene negli ultimi anni abbia fatto più Serie A. Puoi vincere con tutti e perdere con tutti. Quando diventi squadra vinci in casa e fuori consecutivamente, con un piccolo filetto ti puoi inserire in certi contesti. Io finora ho usato il 4-3-1-2 che è un modulo che mi piace, ma ho usato altri sistemi di gioco perché mi adatto alle caratteristiche dei miei giocatori, così come dovrebbe fare ogni allenatore. Abbiamo diverse punte centrali, giocatori bravi a sapersi muovere le linee. Per questo non credo al momento si possa pensare di spostare un Sibilli e Menez sugli esterni”.
Sulla sua decisione di andare a Bari: “Mi hanno chiamato sei o sette squadre, anche dalla A, ma andarci per rischiare di retrocedere non mi andava. Allo stesso modo andare in B tanto per andare. Aspettavo un progetto che mi piacesse e entusiasmasse. Andai a Parma in una situazione molto difficile, con tanti giovani dall’estero e qualche senatore come Buffon. Non rimasi l’anno dopo perché mi prospettarono un progetto a lungo termine, ma io volevo vincere. Il presidente De Laurentiis e il direttore Polito mi hanno chiamato dicendomi di voler tornare in Serie A. Qualche società di A mi aveva già allertato, ma qui ho visto una grande passione, Bari è un posto a cui sono legato e che mi entusiasma”.
Sulla ricerca dell’entusiasmo: “Dobbiamo creare un nell’ambientino, perché venire a giocare qui non è mai facile per nessuno. Il San Nicola deve essere il dodicesimo uomo in campo. Uno dei miei obiettivi è riportare entusiasmo, fiducia e gente allo stadio”.
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