Franco Vazquez, giocatore della Cremonese, ha rilasciato delle dichiarazioni ai microfoni di Cronache di Spogliatoio. El Mudo ha parlato della sua carriera e, nello specifico, dell’arrivo a Palermo e dei tempi passati con la maglia rosanero. Ecco di seguito le sue dichiarazioni nel corso dell’intervista.
Le dichiarazioni di Vazquez
L’ex attaccante rosanero ha parlato dei primi anni a Palermo: “A quel tempo non avevo nemmeno un procuratore, così il Belgrano (ex squadra di Vazquez, ndr), disse a mio padre che il Palermo mi voleva. Risposi subito che sarei andato in Italia ma prima volevo restare sei mesi in Argentina per giocare in Primera Division. Conoscevo il Palermo, sapevo che era una piazza importante perché guardavo sempre la Serie A. C’erano Pastore, Cavani… insomma una squadra importante”.
Vazquez non ha avuto subito grande spazio in Sicilia: “Quando sono andato in prestito al Rayo Vallecano non ero felice. Volevo giocare in Serie A ma a Palermo non ne avevo la possibilità. Poi ho accettato il prestito perché volevo dimostrare al Palermo che non si erano sbagliati a comprarmi. Al mio ritorno, feci tutto il ritiro con Gattuso ma, due giorni prima della chiusura del mercato, mi hanno messo fuori rosa. Per un periodo mi allenavo con la squadra ma non potevo giocare”.
L’esonero di Gattuso spiana le porte all’argentino: “Quando è arrivato Iachini sono stato subito messo in rosa. A gennaio arrivò anche Maresca, con cui ho legato molto fin da subito. Dybala? Era molto giovane quando è arrivato in Italia, ma si è visto subito che lui avesse colpi incredibili. Lui faceva la prima punta, io giocavo dietro. Mi sono divertito tantissimo con lui, facevamo giocate pazzesche, senza guardare perché sapevo già dove trovarlo. La nostra amicizia andava oltre il campo, se si giocava di sabato o di domenica, il giorno dopo facevamo, con i nostri genitori, l’asado. Era una tradizione”.
El Mudo ha parlato anche del gol salvezza siglato contro l’Hellas Verona in Serie A: “Ricordo tutto di quella partita, segniamo io, Maresca e Gilardino. Era destino. Quell’anno abbiamo vissuto momenti bruttissimi, il gol salvezza fu una felicità incredibile. Fare un gol, all’ultima giornata in quel Barbera, non potevo chiedere altro. A Palermo ho trovato il calore di casa. Quando sono tornato, da ex, mi hanno sempre accolto benissimo. Ogni volta ho rivissuto tutto ciò che ho fatto in quello stadio. Brividi”.
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