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Palermo – Addio sogni di gloria

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Palermo – Addio sogni di gloria

È con questo i titolo di una canzone degli anni 50 cantata da Claudio Villa che si è conclusa la stagione calcistica del Palermo in serie B.
Sono bastati appena 4 minuti della semifinale di ritorno allo stadio “Penzo” in laguna per capire che qualunque proposito di “remuntada” auspicato un po’ da tutti più per fede da tifosi che per effettive ragioni.

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E si perché il carro armato Tessman che già aveva imperversato al “Barbera “ lunedì scorso, ci ha impiegato appena quattro minuti a spegnere qualsiasi velleità rosa segnando l’1 a 0 con l’ennesimo tiro dall’angolo dell’area di rigore questa volta però da destra anziché da sinistra come ci aveva abituato la perforatissima difesa rosa (56 gol al passivo), senza il minimo contrasto da parte di nessuno come troppo spesso è successo questa stagione.
In quel preciso momento il Palermo si è sciolto come neve al sole proseguendo nel suo pessimo cammino iniziato con il rocambolesco pareggio subito con la Cremonese.
Per l’intera partita Joronen ha fatto da spettatore eccetto che sul colpo di testa di Segre intercettato con una splendida deviazione in angolo; per il resto notte fonda e che il 2 a 0 sia arrivato soltanto al 43° del primo tempo lo si deve a qualche buon intervento di Pigliacelli e alla poca precisione degli attaccanti lagunari che hanno creato occasioni su occasioni.

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Il primo tempo si è chiuso con la poco piacevole prospettiva di prendere una imbarcata di gol tanto era la differenza in campo tra le due squadre; una registrata in tutti i reparti che giostrava a meraviglia in tutte le parti del campo e l’altra che squadra non era dove ognuno ha tentato di giocare per conto suo sbagliando anche i passaggi più elementari con il risultato di venire surclassata da un avversario in grande spolvero.
Fortunatamente nella ripresa il Venezia ha pensato bene di non perseverare nel ripetere i primi 45 minuti per cui alla fine il risultato di 2-1 ottenuto con un tiro deviato da Chaca Traorè non racconta affatto il reale svolgimento della partita risultando alquanto stretto ai padroni di casa.

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Al popolo rosanero non è rimasto altro che prendere atto dell’ennesima debacle di questi “giocatori che hanno gettato la spugna appena subito il primo gol senza accennare alla  minima reazione per l’intero arco della partita, così come avvenuto troppe volte nel corso di questi due campionati di serie B, certificando senza mezzi termini due anni di fallimento calcistico.
Le principali colpe ricadono sulla parte tecnica, direttore sportivo,  allenatori e giocatori ma anche la proprietà deve assumersi le proprie responsabilità avendo perseverato in una infinita serie di errori, primo fra tutti la caparbietà di tenere in panchina Eugenio Corini salvo poi sostituirlo (in ritardo) con Michele Mignani che obiettivamente non poteva fare miracoli in così poco tempo.

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Adesso bisognerà ricominciare se non da zero, poco ci manca e le decisioni devono essere prese in fretta poiché il 7 luglio, data del ritiro a Livigno, è dietro l’angolo e ripetere l’errore del primo anno di serie B, sarebbe veramente fatale.
Si deve ricostituire l’intero staff tecnico e il 70% del parco giocatori per potere così ad inizio della preparazione consegnare al nuovo allenatore una base di materiale umano su cui cominciare a lavorare per creare una base credibile per affrontare il prossimo campionato conservando la velleità di ottenere la promozione in serie A.

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Compito arduo per i plenipotenziari del CFG perché è risaputo che le squadre si cominciano a costruire a marzo e c’è da augurarsi che qualcuno lo abbia cominciato a fare altrimenti il ritardo sarebbe già grave; i prossimi 20 giorni saranno cruciali per poter capire la rotta che prende questa barca che fino ad oggi non ha fatto altro che navigare in mari tempestosi sballottata fra le onde.
Non possiamo far altro che aspettare le mosse della proprietà sperando che faccia tesoro dell’esperienza negativa di questi due anni e soprattutto che capisca finalmente che il calcio a Palermo non è vissuto come in altre realtà di solo orgoglio sportivo ma che per noi è molto ma molto di più.

Incociamo le dita e…

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