Sirigu: “Finale di Coppa Italia indelebile. Seguo il Palermo dalla D”

Salvatore Sirigu è tornato a indossare i colori del dolce e dell’amaro da pochissime ore. Accasatosi nuovamente al Palermo, l’esperto portiere è pronto a ripartire da questa nuova avventura. Ecco di seguito le sue dichiarazioni rilasciate ai canali ufficiali del club.

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Le dichiarazioni di Sirigu

LA FINALE DI ROMA – “La mia ultima partita con il Palermo la ricordo bene, la finale di Coppa Italia del 2011. Sono andato via nel ritiro estivo successivo. Resta un ricordo indelebile, perdemmo con l’Inter che un anno prima aveva fatto il Triplete. Dopo tanti anni credo che la tifoseria sia cambiata anche per dati anagrafici ma spirito ed emozioni restano le stesse. Quando il Palermo è fallito, ho seguito le partite anche in Serie D. Ricordo uno stadio pieno e una grandissima affluenza, era un aspetto che incuriosiva anche tanti miei amici all’estero. Questa è Palermo, è stata Palermo e continuerà ad esserlo. È il valore aggiunto di questa squadra”.

IL NUMERO 46 – “Una scelta particolare, risale al ritiro del 2009 con Zenga allenatore. Ero un ragazzo esuberante, avevo scelto il numero 6. Zenga, vedendo la maglia stampata con quel numero per un portiere, se la prende con Pasquale il magazziniere. Fa una mezza polemica con me e mi chiede di cambiare numero. C’era il motomondiale e Pasquale mi suggerì di prendere lo stesso numero di Valentino Rossi, un mio idolo dell’adolescenza e un personaggio iconico, perché portava fortuna. Poi ho cambiato sempre numero in ogni squadra, condividendo la scelta con i miei fratelli. Ho fatto lo stesso quando sono tornato qui e loro non hanno avuto dubbi: mi hanno detto che avevo iniziato con il 46 e dovevo tornare al 46. Ormai è un numero iconico come Valentino Rossi, spero che porti fortuna”.

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