Juve Stabia, i giovani sono la chiave: il modello Lovisa
La più grande sorpresa delle prime quattro giornate di questa Serie B è senza ombra di dubbio la Juve Stabia. La formazione di Castellamare di Stabia, dopo 5 anni, è ritornata in cadetteria, mettendo a segno 8 punti nelle quattro gare d’apertura del campionato.
Momentaneamente lontana dalla propria casa, il Romeo Menti che aveva bisogno di un restyling, la squadra di Pagliuca ha mostrato compattezza e coraggio, prendendo in contropiede chi pronosticava un inizio difficile per una squadra che ha cambiato poco rispetto all’annata passata, culminata con la vittoria del Girone C della Serie C.
Juve Stabia e la cultura dei giovani: scopriamo il ds Lovisa
Il valore di mercato della Juve Stabia, secondo il portale specializzato tedesco Transfermarkt, è di poco più di 8 milioni. Per intenderci, se dovessimo sommare il valore di Le Douaron e Brunori, questi due giocatori da soli basterebbero per superare il valore dell’intera rosa gialloblù. Eppure, i risultati sul campo stanno mostrando il contrario: i motivi, dall’acume tattico di Pagliuca al valore effettivo dei talenti campani, risiedono anche nella costruzione della rosa.
Ed i meriti sono da ricondurre al giovane ds della Juve Stabia, Matteo Lovisa. 28 anni, figlio di Mauro, contestato presidente del Pordenone fallito, è stato il primo grande tassello voluto dal presidente Langella per la costruzione di una squadra che, contro ogni pronostico, ha stracciato la concorrenza in C ed è partita fortissimo in B.
La filosofia di Lovisa
La sua filosofia è chiara: come dice anche la sua carta d’identità, il segreto è puntare sui giovani. Già l’anno scorso si erano messi in mostra il trequartista Meli, il terzino Baldi e, soprattutto, il perno del centrocampo delle vespe: Giuseppe Leone, figlio adottivo di Castellamare e principale prospetto della squadra campana.
Loro ma non solo loro: nell’ultima sessione di mercato sono arrivati a titolo definitivo Pierobon e Folino (già in gol in campionato), oltre che gli under 23 Fortin, Zuccon, Rocchetti, Di Marco, Floriani Mussolini ed Artistico in prestito. Per non parlare di giocatori ancora giovani ma già mestieranti della categoria come Mosti, Varnier e Maistro. Gli unici under 30: il terzino Andreoni (32 candeline) e lo storico capitano Gerbo, con il duplice compito di leader spirituale e di tutor di uno spogliatoio di giovani terribili che, scelti ad hoc dal loro giovane direttore sportivo, stanno facendo tremare tutta la Serie B.
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