“Il diario di Fuori dal Campo: Giovanni Caterino”
Carissimi tifosi e tifose rosanero,
Fin dal primo memento in cui ho iniziato a parlare con Giovanni (erano i primi giorni di settembre di quest’anno) sono rimasto colpito dalla sua schiettezza, dalla sua sincerità e semplicità. Mi ha trasmesso immediatamente un amore infinito per la nostra terra e per i nostri colori;
Con Giovanni restiamo a parlare al telefono a lungo, senza neanche rendercene conto iniziamo a parlare di tutto come se fosse una classica telefonata tra amici di una vita. Ad un certo punto, preoccupato per la durata del colloquio, cerco di chiudere fissando la data per l’intervista; lui mi risponde “ non ti devi assolutamente preoccupare Gaetano, troverò sempre il tempo per parlare di Palermo”.
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Il giorno della registrazione è puntualissimo e come se non fosse passato neanche un minuto ricominciamo a parlare a ruota libera.
Partiamo subito dal Palermo di oggi e lui risponde “il Palermo l’ho sempre seguito da quando sono andato via, ad oggi, tolti i rosanero, mi hanno impressionato Cremonese e Pisa per qualità e organizzazione.”
Ad un certo punto gli chiedo se ricorda le date del 30.08.1995 e 07.01.1996; lui ridendo e con una luce speciale che gli illumina gli occhi risponde:
“me le ricordo, me le ricordo , sono le date dei miei due goal; il mister ( Arcoleo) ci diceva di giocare come sapevamo , loro erano fortissimi e la serata di Coppa Italia contro il Parma è stata incredibile”. Contro la Salernitana non dovevo giocare ma andai comunque in panchina. Poi entro nel secondo tempo e l’adrenalina fa il resto , il mister sapeva che attaccavo ed è andata bene.”
Chiedo a Giovani come fosse stato giocare quegli anni a Palermo:
“Beh per giocare a Palermo devi avere personalità, non è facile, devi andare a duemila all’ora, quando sono andato a Lucca mi è venuto lo sconforto perché ero abituato a Palermo. Io ho sempre voluto giocare dove ti fanno sentire giocatore.”
“Come allenatori porto nel cuore Vitali e Arcoleo; il rapporto con l’allenatore è importantissimo, la fiducia è indispensabile.”
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Gli chiedo se ha un giocatore che porta nel cuore :
“Gaetano questa è difficile, sono tanti. Sono legatissimo a Giorgio Corona e Paolo Ziliani , mentre negli anni di Palermo Marco Ciardiello, Davide Campofranco, Gianluca Berti e Pierluigi Di Già.”
A questo punto gli domando a che punto stiamo con i giovani:
“Non bene, non li lasciamo liberi di esprimersi, il talento viene soffocato dalla tattica, sono spariti i numeri 10; un ragazzino si deve divertire, deve fare quello che si sente.”
Poi gli chiedo com’è stato salutare Palermo e la Sicilia, si emoziona e risponde:
“sono ripartito in macchina , dallo stretto ho salutato la Sicilia che è la regione più bella. Pensavo che sarebbe iniziato qualcosa di bello da un’altra parte invece ho capito subito di aver sbagliato, dovevo rimanere. E’ stato lento e doloroso salutare.”
A Giovanni, ad un certo punto, pongo la domanda più scomoda riferita a suo figlio Giuseppe che ha voluto seguire le sue orme:
“deve dare sempre il massimo, si deve divertire , non deve tornare indietro; io agli inizi l’ho seguito poco , lo avevo iscritto a scherma ma lui voleva il calcio e così piano piano sta facendo la sua strada. Capita che ne parliamo di quello che fa, gli ricordo sempre che la differenza in campo la fa sempre la testa.”
“Un giocatore deve fare sempre il massimo, non si deve mai risparmiare, bisogna attaccare senza girarci troppo intorno.
Chiudiamo l’intervista chiedendo al nostro ospite il suo pronostico per Palermo Reggiana di sabato 26 ottobre; lui sicuro risponde “ vince il Palermo 2-1”.
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Giovanni però ad un certo punto, quasi sul finale, quasi come fosse una sua solita corsa sulla fascia in direzione della porta avversaria ci regala questo assist a “tutta sincerità”:
“ragazzi quando volete io sono sempre a vostra disposizione, ah non vorrei dilungarmi ma la terza maglia del Palermo di oggi è imbarazzante, quella verde, una roba che … ( andate a sentirvi l’intera intervista)
Ragazzi, la maglia classica del Palermo è bellissima, fantastica , ma quando una cosa non mi piace io lo dico…
Giovanni Caterino è davvero questo; disponibilità, educazione , sincerità e professionalità.
E’ stato davvero bellissimo aver avuto l’occasione di intervistarlo, ho sempre avuto la sensazione di trovarmi di fronte un uomo sereno, felice di essere ancora , dopo tanto tempo, nei cuori dei palermitani di ogni età.
Grazie caro Giovanni per il tuo tempo e per l’energia contagiosa che hai saputo trasmetterci. Gaetano Armao
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