Ignazio Majo Pagano, l’uomo che portò il calcio a Palermo
Oggi parleremo del palermitano che portò il calcio a Palermo, Ignazio Majo Pagano.
Figlio di una famiglia dell’alta borghesia cittadina, Ignazio Majo Pagano nacque nel 1876, e da ragazzo frequentò l’accademia schermistica Figueroa, diventando uno spadaccino. Nel 1898, all’età di 22 anni, com’era di moda ai tempi della Belle Epoque, al fine di arricchire la sua cultura e diventare uomo di mondo, Ignazio si trasferì in Inghilterra, dove rimase per due anni frequentando il college. E fu proprio in quel periodo che Ignazio si innamorò del football, lo sport che ormai nel Regno Unito era diventato un vero e proprio fenomeno di massa.
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Nel 1871 infatti, oltremanica era nata la FA Cup, la principale coppa nazionale inglese, nonché il trofeo calcistico più antico del mondo. la prima finale nel 1872 si giocò davanti a meno di duemila spettatori. nel 1898, invece, proprio mentre Ignazio Majo Pagano si trovava a Londra, nella capitale inglese alla finale di FA Cup assistettero oltre 62mila spettatori.
L’amicizia con Alfredo Marangolo
In quel periodo Ignazio strinse amicizia con Alfredo Marangolo, un giovane messinese, anche lui figlio della ricca borghesia, ed insieme tornarono in Sicilia nell’estate del 1900, con valigie cariche di manuali sul calcio, palloni e maglie, promettendosi di fondare una squadra di calcio nelle loro città. Nel frattempo a Palermo il calcio era già arrivato, grazie ai marinai delle navi inglesi che attraccavano al porto e tiravano calci ad un pallone nei piazzali fangosi del cantiere navale.
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La passione per il nuovo sport contagiò anche i tanti gentiluomini inglesi che vivevano a Palermo, come Joseph Whitaker, famoso imprenditore nonché console d’Inghilterra a Palermo, il suo vice Edward de Garston, l’architetto Norman Olsen, che era il direttore dello stabilimento delle ceramiche Florio, ma soprattutto George Blake, funzionario del consolato britannico e gestore del Sailor Rest, un locale che si trovava di fronte al porto e che era un centro di aggregazione per la comunità inglese a Palermo.
Qualche anno prima, Blake viveva a Genova ed aveva partecipato alla fondazione del Genoa. Grazie all’intraprendenza ed alla voglia di Ignazio Majo Pagano, il 1 novembre 1900 questo gruppo di appassionati fondò l’anglo palermitan atletic and football club, con presidente il vice console De Garston, vice presidente ed unico palermitano Ignazio Majo Pagano, mentre il segretario, nonché capitano ed allenatore era George Blake.
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Dunque, Palermo aveva la sua squadra di football, adesso serviva cominciare a giocare delle partite, sfidando gli equipaggi inglesi che arrivavano al porto. La prima occasione si presentò il 30 dicembre del 1900, quando la neonata squadra palermitana affrontò l’equipaggio del Nathan, una nave britannica ormeggiata in città. Quella prima partita il neonato Palermo la giocò con una maglia biancorossa, in omaggio alla bandiera dell’Inghilterra, che è formata da una croce rossa su sfondo bianco.
I colori rosso blu
Questo nonostante nell’atto costitutivo della società venga riportato chiaramente che i colori sociali erano il rosso ed il blu, cioè i colori della Union Jack, la bandiera del Regno Unito. Questa contraddizione nasce dal fatto che lo statuto fu deciso in quel famoso 1 novembre 1900, ma fu effettivamente stampato solo nel 1901, quindi è probabile che l’idea dei colori rossoblù sia nata successivamente. Di quella prima partita, terminata 5 a zero per gli inglesi, Ignazio Majo Pagano fu arbitro, grazie alla sua profonda conoscenza del gioco.
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La gara si giocò sul campo di via Notarbartolo, dove oggi sorge il Giardino Inglese. Quel campo ospitò le partite della squadra palermitana fino al 1914, anno in cui fu inaugurato il campo Ranchibile, che si trovava tra le attuali via del Granatiere e via del Bersagliere. La neonata squadra palermitana cominciò a giocare regolarmente, ma ben presto i dirigenti sentirono il bisogno di qualcosa di più, di amichevoli contro i marinai inglesi. Iniziò quindi una serie di sfide contro il Messina fondato da Alfredo Marangolo, l’amico di Ignazio tornato con lui dall’Inghilterra. Il 2 febbraio 1904 il protagonista della nostra storia divenne presidente del club, eletto dall’assemblea dei soci, e lo rimase fino al 1908, quando abbandonò la carica per motivi di lavoro. Era quindi lui al timone della società quando, nel 1907, avvennero alcuni fra i cambiamenti più importanti della storia della squadra palermitana.
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Il barone Giuseppe Airoldi, infatti, due anni prima aveva scritto una lettera a Giosuè Whitaker, consigliere del club, facendogli notare che i colori rossoblù erano già utilizzati da altre squadre, come il Genoa. Inoltre, durante una discussione fra appassionati, Vincenzo Florio aveva suggerito che i risultati altalenanti della squadra si adattavano al colore dei due liquori da lui prodotti: un rosolio di colore rosa che poteva accompagnare le vittorie, ed un amaro di colore nero da bere dopo le sconfitte.
Da quell’occasione il Palermo fu rosanero per sempre, a parte qualche brevissima parentesi. In quel 1907, inoltre, il club cambiò denominazione, e diventò, semplicemente, Palermo football club, nome che è tornato con la rifondazione del 2019. Il figlio di Ignazio Majo Pagano, Luigi, diventò presidente del Palermo nel 1935, e negli anni cinquanta il nostro Ignazio fu insignito della medaglia d’oro dalla Repubblica Italiana per essere stato un pioniere dello sport. Morì a Palermo nel 1961, e sarà sempre ricordato come il palermitano che convinse gli inglesi a creare il Palermo.
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