Preferire una partita di calcetto fra amici che vedere i rosa in tv

Palermo – Preferire una partita di calcetto fra amici che vedere i rosa in tv. Che tristezza

E’ un sintomo, un indicatore della delusione. E’ successo davvero, così come è successo che qualche tifoso abbia preferito una triste passeggiata coniugale al centro commerciale. Racconti e testimonianze di chi ama il Palermo ma soffre troppo a vedere le partite.

E’ innegabile che i tifosi del Palermo stanno vivendo una stagione amara, segnata da risultati altalenanti e da prestazioni di squadra che non risponde non solo alle aspettative ma anche ad una fruizione gradevole della partita stessa. La promozione diretta, obiettivo più o meno dichiarato all’inizio della stagione (siamo sicuri?), sembra ormai un miraggio, lasciando spazio a un senso di frustrazione che si riflette non solo negli spalti del Barbera che perdono spettatori gara dopo gara, ma anche nelle scelte del tempo libero dei sostenitori: sempre più spesso preferiscono una partita di calcetto con gli amici o un pomeriggio di shopping rispetto a seguire il Palermo in tv.

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E c’è chi giura che quella di Frosinone è stata l’ultima trasferta anche se i rosa giocano a 20km da casa. Conoscendo il soggetto, non ci giureremmo nel rispetto della promessa. Vedremo.

“Perché dovrei guardare una squadra che sembra non avere né grinta né voglia di vincere?”, si chiede Francesco, storico tifoso rosanero, incrociato prima della gara di Frosinone. Un sentimento purtroppo condiviso da molti, sebbene non tutti scelgono il calcetto o lo shopping per “distrarsi” dalle gare dei rosanero. Certo, ci sono il padel, il tennis, Sinner, la pizza con gli amici, le fidanzate e …

Insomma quest’anno qualcosa sembra essersi incrinato in una tifoseria nota per il suo attaccamento: un amore fortemente messo alla prova. La stagione in corso ha portato più delusioni che gioie. Le prestazioni in campo sono spesso sembrate opache e impalpabili, con una squadra incapace di trovare continuità e risultati che si alternano tra vittorie di misura, pareggi insignificanti e sconfitte dolorose.

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Oggi la realtà dei fatti racconta di una squadra bloccata a metà classifica, costretta a inseguire faticosamente gli avversari, ormai fuori dai giochi per il primo posto e che deve cominciare anche a guardarsi alle spalle, cosa che diventerà preoccupante o meno, dopo il doppio impegno casalingo con Sampdoria e Spezia, due big, mica due neopromosse qualsiasi.

Il Palermo, per ritrovare il cuore dei suoi tifosi, deve fare di più. Servono risultati concreti, certo, ma anche qualche segnale di cambiamento perché tra una pausa e l’altra la sensazione è di acqua cheta. Non basta più chiedere pazienza ai tifosi: occorre restituire loro entusiasmo, passione e la certezza di lottare per obiettivi reali.

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Il rapporto tra una squadra e la sua tifoseria è come una storia d’amore: ha bisogno di essere alimentato da emozioni, sogni e vittorie. Fino a quel momento, il rischio è che calcetto, shopping, padel, pizza o altro continuino a vincere, e che il Palermo rimanga sullo sfondo di una città che, invece, non ha mai smesso di amarlo. Chissà se i nostri eroi sono consapevoli di tutto questo, al di là delle solite frasi di circostanza.

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