Questa mattina, mercoledì 20 novembre, intorno alle 10, si è verificata una violenta esplosione all’interno della Safimet, una delle principali aziende del territorio aretino specializzata nel recupero e nell’affinazione di metalli preziosi. La Safimet, che rappresenta la quarta azienda per fatturato nella provincia di Arezzo, è situata nella zona industriale di San Zeno.
L’incidente è stato provocato dalla deflagrazione di un reattore attivo nel ciclo produttivo del reparto di affinazione. L’esplosione ha generato un boato improvviso e una potente onda d’urto, causando gravi danni strutturali: il tetto dell’edificio è parzialmente crollato, le vetrate sono andate in frantumi e un cavo Enel situato davanti all’azienda è stato tranciato. Un denso fumo bianco si è levato dall’edificio, visibile all’esterno.
Fortunatamente, nonostante la gravità dell’incidente, non ci sono stati né morti né feriti gravi. Questo è stato possibile perché l’esplosione si è incanalata verso l’alto e l’esterno, evitando danni interni più estesi. Tuttavia, quattro operai che si trovavano nel reparto interessato sono stati feriti da schegge e potrebbero aver subito danni all’apparato uditivo a causa del forte boato. Sono stati trasferiti in codice verde al pronto soccorso dell’ospedale San Donato di Arezzo per accertamenti e medicazioni.
A seguito dell’esplosione, è stato immediatamente attivato il piano di maxi emergenza. Sul posto sono intervenute due ambulanze della Misericordia e un’auto infermieristica di Arezzo, insieme a quattro squadre dei vigili del fuoco, i Carabinieri, la Polizia di Stato e la Polizia Municipale. Sono stati mobilitati anche gli operatori della medicina legale dell’ASL per la gestione della situazione. L’azienda ha subito interrotto ogni lavorazione e ha fatto evacuare tutti i dipendenti. Le operazioni produttive potranno riprendere solo dopo un’autorizzazione formale delle autorità competenti.
Per quanto riguarda l’impatto ambientale, le autorità non hanno riscontrato conseguenze rilevanti. Lo ha confermato il sindaco Alessandro Ghinelli, che, pur trovandosi a Torino per l’assemblea ANCI, è rimasto in contatto con l’assessore Marco Sacchetti. Gli organi preposti, intervenuti tempestivamente per le verifiche, hanno escluso qualsiasi rischio ambientale legato all’esplosione.
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