Nicolò Carosio la voce del calcio nata a Palermo
Oggi parleremo di un palermitano d’altri tempi, Nicolò Carosio, la voce che ha fatto la storia del giornalismo sportivo italiano. Pur vivendo lontano dalla città dove era nato non la dimenticò mai come mai dimenticò la sua squadra.
Il 27 settembre sono trascorsi esattamente 40 anni dalla sua scomparsa. In questo articolo, esploreremo la vita e la carriera di questo pioniere delle radiocronache e telecronache calcistiche, analizzando il suo impatto duraturo sul mondo del calcio e del giornalismo sportivo.
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Nicolò Carosio nacque a Palermo il 15 marzo 1907 nel quartiere Capo dove il nonno era proprietario di un negozio di libri. Figlio di un ispettore di dogana e di una pianista maltese, crebbe viaggiando per l’Italia e l’Inghilterra. Fu proprio in Inghilterra che Carosio ebbe l’opportunità di ascoltare le radiocronache della B B C, esperienza che lo ispirò profondamente indirizzandolo verso quello che sarebbe diventato il suo mondo. Durante una vacanza dai nonni sente alla radio il famoso allenatore Herbert Chapman commentare le partite e decide che anche in Italia si deve provare a fare qualcosa di simile.
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Nel 1932, Carosio si propose all’ E I A R (l’antenata della R A I) con un’audace idea: commentare le partite di calcio in diretta, mentre si svolgevano. Superò brillantemente il provino improvvisando una radiocronaca di un immaginario derby Torino-Juventus. L’E I A R gli offrì immediatamente un contratto di collaborazione.
Il 1° gennaio 1933 segnò l’inizio della sua straordinaria carriera con il debutto a Bologna per la partita amichevole Italia-Germania.
Carosio non si limitò a raccontare il calcio, ma lo reinventò per la radio. Introdusse numerosi neologismi che sono ancora oggi parte integrante del linguaggio calcistico italiano:
– “Rete” al posto di “goal”
– “Calcio d’angolo” invece di “corner”
– “Traversone” al posto di “cross”
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Il suo stile di narrazione era unico e coinvolgente. Carosio trasformava ogni partita in un vero e proprio spettacolo facendo vivere l’evento a chi lo ascoltava quasi come se lo proiettasse all’interno dello stadio nel quale si stava giocando la partita. Il suo attacco era sempre lo stesso, diventato ormai iconico: “Signore e signori, è Nicolò Carosio che vi parla da…”.
La sua abilità nel descrivere le azioni di gioco era tale da far sembrare ai radioascoltatori di essere presenti allo stadio. Carosio, che non si limitava a raccontare, ma interpretava la partita con passione e trasporto, ha descritto alcuni dei momenti più significativi della storia del calcio italiano:
– I Mondiali del 1934 e 1938, vinti dall’Italia
– Le Olimpiadi di Berlino del 1936
– I trionfi in Coppa dei Campioni di Milan e Inter negli anni ’60
– I Mondiali del 1970 in Messico
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La sua voce è diventata la colonna sonora delle imprese calcistiche italiane per quasi quattro decenni. Carosio ha contribuito a creare un legame emotivo tra i tifosi e la nazionale italiana, rendendo ogni partita un evento nazionale. Con l’avvento della televisione nel 1954, Carosio si adattò brillantemente al nuovo mezzo. Il 24 gennaio di quell’anno, eseguì la telecronaca della prima partita trasmessa in diretta della Nazionale italiana (Italia-Egitto 5-1). In televisione, Carosio divenne famoso per le sue espressioni caratteristiche, come il celebre “quasi goal!” che sottolineava le azioni pericolose concluse di poco fuori dallo specchio della porta.
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Nonostante il passaggio alla TV, Carosio continuò a lavorare anche in radio, partecipando alla storica trasmissione “Tutto il calcio minuto per minuto” sin dal suo esordio nel 1960. L’influenza di Carosio sul giornalismo sportivo italiano è stata immensa e duratura. Ha stabilito uno standard di professionalità e preparazione che è diventato un modello per le generazioni successive di giornalisti sportivi. La sua capacità di rendere emozionante anche la più noiosa delle partite, la sua ricchezza lessicale e la sua abilità nel creare immagini vivide attraverso le parole hanno elevato il racconto del calcio a una forma d’arte.
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Carosio ha contribuito a rendere il calcio un fenomeno culturale di massa in Italia, portandolo nelle case di milioni di italiani e facendolo diventare parte integrante della vita quotidiana del paese. Nicolò Carosio è stato molto più di un semplice giornalista sportivo. È stato un pioniere, un innovatore e un artista della parola che ha saputo trasformare il racconto del calcio in un’esperienza coinvolgente e appassionante per milioni di italiani. Nicolò Carosio scampò a due disastri aerei, quello famoso di Superga che vide coinvolto il grande Torino e quello di Montagna Longa a Palermo che costò la vita a 115 persone.
Il suo ruolo gli impedì di svelare quale era la sua squadra del cuore e nonostante ovviamente, per motivi di opportunità si professasse tifoso solo della nazionale in cuor suo ben sapeva che non era così. Anche se a Palermo visse per poco tempo, Nicolò Carosio restò sempre legato alle sue origini provando, nel suo intimo, un grande amore per la squadra di calcio della sua città ed una simpatia per il Milan. Ed alla squadra rosanero sono legate le sue ultime radiocronache. Alla fine della carriera fu infatti convinto da Gianni Matranga di Radio Palermo Centrale a commentare le gesta dei ragazzi rosa nero che vivacchiavano in serie B. Una sorta di chiusura del cerchio che di fatto gli fece chiudere la carriera nella città dalla quale tutto era iniziato.
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A 40 anni dalla sua scomparsa, il suo lascito continua a vivere nel linguaggio calcistico, nello stile delle telecronache moderne e nella passione che ancora oggi anima il calcio italiano. Nicolò Carosio rimarrà per sempre la voce indimenticabile del calcio italiano.
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