Desplanches: “Voglio andare in Serie A con il Palermo. CFA motivo d’orgoglio”
Ha rilasciato alcune dichiarazioni a Cronache di Spogliatoio il portiere del Palermo e della Nazionale Under 21 italiana Sebastiano Desplanches. Considerato come una delle migliori promesse nel parco portieri italiano, da quest’anno è il titolare della formazione rosanero di Dionisi, dopo un anno da vice di Pigliacelli. Ecco le sue parole nell’intervista rilasciata da Cronache.
Le parole di Desplanches
Sull’esperienza nelle giovanili di Inter e Milan: “Da piccolo giocavo nell’Inter, la squadra che mi ha cresciuto, però a volte nel calcio bisogna fare delle scelte e insieme alla mia famiglia decidemmo di accettare l’offerta del Milan, dove sono rimasto per 7 anni, e che è stata veramente una grande scuola di vita. Mi ha aiutato molto a crescere e a fare il salto tra i grandi. Il momento della prima convocazione in Champions League contro il Porto è indelebile. Il Milan è un posto magnifico dove hai tutto: ti viziano, ti coccolano, e poi sicuramente devi essere bravo a trasportarti nel mondo del professionismo e a fare la gavetta per arrivare in un club prestigioso, come ho fatto io con il Palermo”.
Dalla Serie C al Mondiale U-20: Desplanches si racconta
Sulla cessione in Serie C: “Quando il Milan mi ha ceduto, all’inizio è facile percepirla come una bocciatura. Ma invece penso che mi sia servito perché mi sono fatto le ossa, ho fatto la gavetta ripartendo dalla Serie C e sono contento di essere qui adesso, in una delle piazze migliori d’Italia. Dopo il Milan ho saputo trovare le motivazioni. Sono andato al Vicenza, in C, e non ho giocato molto. Allora a gennaio ho deciso di passare al Trento per trovare più spazio, e sono riuscito a collezionare una decina di presenze. Questo mi ha permesso poi di arrivare al Mondiale u-20 pronto e sono contento comunque del percorso che poi abbiamo fatto, e anche del premio di ‘miglior portiere’ che ho ricevuto”.
Sul Mondiale U-20: “Dopo un anno di formazione in giro per l’Italia sono arrivato a chiudere quella stagione in Argentina, un posto che non avevo mai visto, dall’altra parte del mondo, è stato bello perché quando siamo partiti nessuno credeva molto in noi, avevamo anche diverse assenze perché alcuni campionati si stavano ancora giocando e vari club non avevano lasciato partire i calciatori, dunque il nostro percorso è stato ancor più fantastico. Il premio di miglior portiere? Un bel riconoscimento, ma a fine partita ero tristissimo per la sconfitta. Ho pensato che dovevo rimanere con i piedi per terra e che avevo ancora tanto da imparare, da migliorare. Che sarei dovuto rimanere umile e continuare a lavorare, come sto facendo anche adesso”.
Sul Palermo
Sul Palermo: “Vogliamo riportare il Palermo in Serie A il prima possibile. La vittoria contro lo Spezia secondo in classifica, ci ha dato consapevolezza e ci ha dimostrato che possiamo giocarcela con tutti e che dobbiamo continuare con questa grinta. Anche quando giochiamo fuori, sembra sempre di essere in casa. Lo scorso anno a Modena c’erano 4mila persone, sembrava di essere al Barbera e invece eravamo molto più a nord. Sono calorosi, mi dispiace che quest’anno non gli stiamo dando ciò che meriterebbero, ma sono convinto che sia ancora presto e possiamo toglierci grosse soddisfazioni. Vogliamo renderli felici perché una piazza così deve sempre avere ambizione. Sogno la Champions con il Milan? Ne ho parlato tempo fa, ma è stata romanzata. Sicuramente sogno di vincerla, è un obiettivo che hanno tutti i bambini. Ma ora non penso a questo. Penso al mio percorso, al fatto che siamo in B e spero di arrivare in A con questa maglia il prima possibile”.
Sull’esperienza rosanero: “Il City Football Group ci ha messo a disposizione un centro sportivo che per noi è un motivo di orgoglio, allenarci in una struttura del genere. Allenarsi con Sirigu è fantastico perché ha fatto una carriera meravigliosa. È stato anche il portiere della Nazionale, ho solo da imparare da lui. Per me è un orgoglio allenarmi con lui. Sono contento che sia tornato qui. Mi dice spesso cosa posso fare meglio sul posizionamento e sui cross. E c’è anche il ds De Sanctis che è stato un grande portiere, spesso viene accanto alla nostra area di allenamento e ci dà consigli. È bello avere un dirigente che si intende di portieri e ci dà la sua idea, i suoi consigli”.
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