Bove, carriera in Italia a rischio? Le ultime
Edoardo Bove si trova in un momento cruciale della sua vita e carriera. Dopo il malore che l’ha colpito domenica scorsa, è ora ricoverato nell’unità di cardiologia dell’ospedale di Careggi, un ambiente meno critico rispetto al pronto soccorso, ma dotato di strumenti avanzati per monitorare costantemente il suo stato.
Bove, obbligatorio l’uso di un pacemaker sottocutaneo?
Descritto come in costante miglioramento fisico, il giocatore ex Roma sta affrontando una situazione difficile da accettare. Incredulo per l’attenzione mediatica che lo circonda, ha chiesto ai compagni di squadra di non esagerare con gesti simbolici, pur essendo visibilmente commosso per il loro sostegno durante l’ultima partita al Franchi. Determinato a mantenere la riservatezza, ha imposto il silenzio al suo entourage, lasciando che siano solo i canali ufficiali a comunicare eventuali aggiornamenti.
L’ospedale non ha ancora diffuso bollettini ufficiali, mentre proseguono accertamenti diagnostici approfonditi, soprattutto sul piano genetico. Gli esami, che richiederanno almeno un mese, mirano a verificare la presenza di una possibile cardiomiopatia ereditaria o i danni residui di una miocardite.
Simile al caso Eriksen
In entrambi i casi, la prassi medica suggerisce l’impianto di un defibrillatore sottocutaneo, simile a quello applicato al danese Christian Eriksen nel 2021. Questo dispositivo potrebbe proteggere Bove da aritmie letali, ma le rigide normative italiane in materia di idoneità sportiva renderebbero impossibile il suo ritorno in Serie A.
A soli 22 anni, Bove potrebbe continuare la sua carriera all’estero, come Eriksen, in campionati più permissivi come la Premier League. Tuttavia, per ora, il suo pensiero rimane ai compagni e alla squadra, con il desiderio di tornare presto al fianco dei “fratelli” trovati nella città che lo ha accolto.
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