Palermo-Inter, la finale di Coppa Italia ma anche l’inizio della fine rosanero
Oggi parleremo di quello che è stato, senza dubbio alcuno, il momento più alto della presidenza Zamparini, ma al contempo ha rappresentato l’inizio della fine. Stiamo parlando della finale di Coppa Italia che il 29 maggio 2011 vide il Palermo affrontare all’olimpico di Roma l’Inter in una gara che da pronostico non lasciava speranza alcuna ai rosa nero. Ed invece il campo disse altro, tanto altro.
La finale di Coppa Italia del 29 maggio 2011, disputata tra Palermo e Inter allo Stadio Olimpico di Roma, rappresenta una delle pagine più emozionanti e significative della storia del club rosanero. Nonostante la sconfitta per 3-1, quella serata è rimasta indelebile nella memoria dei tifosi palermitani, non solo per l’impresa sportiva sfiorata, ma anche per la straordinaria partecipazione popolare che trasformò Roma in una piccola Palermo con un mare di colori rosa e nero in festa per le vie della città eterna.
Qua siamo … Vediamo che succede
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Quella finale vide una mobilitazione senza precedenti da parte dei tifosi del Palermo. Oltre 40.000 sostenitori partirono dalla Sicilia e da altre parti d’Italia, ma anche da diverse nazioni dell’Europa e tanti di loro arrivarono anche da oltre oceano, per sostenere la loro squadra. Un esodo che colorò pacificamente Roma e lo Stadio Olimpico, trasformandolo in una sorta di “casa lontano da casa”, con la capitale d’Italia che raramente aveva assistito ad uno spettacolo del genere. La passione e l’entusiasmo dei palermitani furono un vero spettacolo nello spettacolo: cori incessanti, bandiere al vento e un’atmosfera che testimoniava quanto questa partita fosse importante per una città intera, per una tifoseria che sognava ad occhi aperti.
Per molti tifosi, quella trasferta rappresentò un sogno realizzato: vedere il Palermo giocarsi un trofeo nazionale contro una delle squadre più forti d’Europa, l’Inter reduce dal Triplete dell’anno precedente. La capitale fu letteralmente invasa dai supporter rosa nero che, con orgoglio e spirito festoso, mostrarono il loro amore incondizionato per il club la cui storia quella sera avrebbe potuto prendere una strada ben diversa.
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Sul campo, il Palermo guidato da Delio Rossi affrontò l’Inter con coraggio e determinazione. La squadra siciliana poteva contare su talenti come Javier Pastore, Fabrizio Miccoli e Josip Iličić, protagonisti di un finale di stagione memorabile. Nonostante la qualità degli avversari, i rosa nero giocarono a viso aperto, mostrando sprazzi di grande calcio e soprattutto nessun timore reverenziale.
L’Inter si portò in vantaggio nel primo tempo grazie a Samuel Eto’o, autore di una doppietta decisiva. Il Palermo non si arrese mai: a pochi minuti dalla fine, Ezequiel Muñoz accorciò le distanze con un colpo di testa. In quel momento, i tifosi palermitani iniziarono a sperare in una rimonta epica. Tuttavia, nel finale, l’Inter chiuse definitivamente i conti con il gol del 3-1 firmato da Diego Milito. Una punizione troppo pesante per gli uomini di Delio Rossi che certamente avrebbero meritato molto di più come riconobbero anche gli spettatori neutrali.
Non mancarono le polemiche per tanti episodi decisamente sfavorevoli al Palermo con l’arbitro Emidio Morganti protagonista in negativo. Un rigore mancato, l’espulsione ritenuta eccessiva di Munoz, quando il Palermo stava dando il tutto per tutto alla ricerca del pari, una serie di falli non fischiati. Insomma una direzione di gara non proprio favorevole ai colori rosa nero. Di quella serata, comunque magica, restano le lacrime degli oltre 40.000 palermitani ma anche il loro grandissimo orgoglio e l’enorme passione.
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Nonostante la sconfitta, il Palermo uscì dal campo a testa alta. I giocatori avevano dato tutto, contro un avversario parecchio superiore sulla carta, dimostrando grinta e orgoglio. Quella finale fu il culmine di un percorso straordinario che aveva visto i rosa nero eliminare squadre blasonate come il Milan lungo il cammino verso l’Olimpico.
Fu anche l’ultima avventura di Delio Rossi sulla panchina del Palermo. Le sue lacrime al termine della gara resteranno indimenticabili per tutti quelli che hanno a cuore le sorti dei colori rosa nero.
La finale del 2011 non fu solo una partita di calcio: fu un evento che cementò l’identità del tifo palermitano e rafforzò il legame tra la squadra e la città. Per molti tifosi, quella serata rappresentò un momento di orgoglio collettivo, un’occasione per dimostrare al resto d’Italia la passione unica del popolo siciliano per il calcio e da questo punto di vista il Palermo la partita la stravinse.
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Anche se il trofeo non arrivò a Palermo, quella finale rimane uno dei momenti più belli ed indimenticabili nella storia ultracentenaria del club. È la testimonianza di ciò che il calcio può rappresentare: non solo competizione sportiva, ma anche emozione condivisa e celebrazione dell’identità comunitaria.
In conclusione, quella notte all’Olimpico fu molto più di una semplice partita: fu un simbolo della forza e della passione di Palermo e dei suoi tifosi. Una storia che continua a vivere nei cuori rosa nero come un ricordo dolce-amaro ma profondamente significativo.
Abbiamo definito questa partita come l’inizio della fine del Palermo di Zamparini. E dire che invece avrebbe potuto rappresentare esattamente il contrario, ovvero l’inizio di una splendida favola. Le premesse sembravano esserci tutte, condite da un entusiasmo alle stelle che avrebbe potuto rappresentare l’arma in più per il futuro del Palermo. I tifosi rosa nero iniziavano a sognare in grande, grazie ai tanti campioni che Zamparini aveva fino ad allora portato alle falde del Monte Pellegrino. Ed invece la bella favola del Palermo finì proprio quella sera. Gli anni a venire furono per lunghi tratti un vero e proprio calvario culminato con il disastroso fallimento del 2018.
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