Riccardo Muti rimprovera i parlamentari: “Stutatelo ‘sto telefonino”

Riccardo Muti e il singolare episodio

L’evento, però, non è privo di episodi che mettono alla prova la pazienza del direttore. Durante l’esecuzione della Sinfonia “Roma” di Bizet, un cellulare squilla, e il volto di Muti tradisce un’irritazione composta. Non si ferma, ma al termine del concerto ironizza sull’accaduto, esclamando in dialetto napoletano: “Stutatelo ‘sto telefonino”, accompagnando il commento con un umorismo pungente che cattura l’attenzione dell’Aula.

Un altro aspetto rilevante è l’inesperienza del pubblico in materia musicale, con applausi inappropriati tra un movimento e l’altro, interruzioni che Muti tollera con diplomazia ma non senza un certo disappunto. A distinguersi tra gli “ignari” del galateo musicale, i ministri della Cultura presenti, Gennaro Sangiuliano e Gabriele Giuli, che applaudono nei momenti sbagliati. Muti, celebre per la sua precisione e il rispetto per il silenzio nella musica, non manca di sottolineare indirettamente l’importanza di ascoltare anche le pause e i vuoti, essenziali quanto le note stesse.

L’omaggio della campanella

Tra i momenti più simbolici della serata, La Russa dona al maestro Muti la campanella d’oro utilizzata in Senato per richiamare all’ordine. Muti accoglie l’omaggio con ironia, domandando con un sorriso: “Ma è d’oro?”. Il dono diventa un simbolo di gratitudine per l’impegno del direttore nel promuovere la cultura musicale, soprattutto tra i giovani.

Il maestro si mostra profondamente legato ai giovani musicisti dell’Orchestra Cherubini, molti dei quali, dopo aver iniziato il loro percorso nella formazione, trovano nuove opportunità di crescita in altre orchestre prestigiose. Muti riflette sul futuro della musica e cita un proverbio cinese che invita a coltivare con cura ciò che si vuole far crescere: “È a forza di pensare ai fiori che i fiori crescono”. In camerino, commenta con orgoglio l’esibizione dei ragazzi, definendoli “la parte più bella dell’Italia”.

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