
Addio tempi supplementari?
È un’idea per ridurre la fatica dei calciatori in un calendario esagerato. Per ora è solo una discussione informale. E non piace a tutti.
Questo è il titolo de La Gazzetta dello Sport, oggi in edicola
Nell’articolo tratto dall’ultima edizione de La Gazzetta dello Sport di Fabio Licari, viene trattata l’ipotesi di eliminare i tempi supplementari nel calcio, che sta generando un acceso dibattito tra addetti ai lavori e appassionati. Da sempre, i tempi supplementari hanno regalato momenti epici nella storia del calcio, come il celebre Italia-Germania 4-3 del 1970 o l’indimenticabile finale Argentina-Francia 4-3 ai Mondiali del 2022. Tuttavia, in un calcio moderno sempre più congestionato da impegni ravvicinati e con giocatori sottoposti a sforzi elevati, cresce la necessità di trovare soluzioni per ridurre il dispendio fisico.
Addio tempi supplementari? La causa il calendario sempre più fitto
Negli ultimi anni, il numero di partite giocate dai calciatori è aumentato in modo esponenziale. Tra campionati nazionali, coppe europee e competizioni internazionali, i top player arrivano a disputare oltre 60 partite stagionali. Questo sovraccarico ha portato alla discussione sulla possibilità di eliminare i tempi supplementari, passando direttamente ai rigori dopo i tempi regolamentari.
Secondo quanto riportato dal Guardian, la UEFA starebbe valutando questa possibilità almeno per le competizioni per club. La FIFA, invece, non ha mai sfiorato l’idea per i tornei delle nazionali. L’eliminazione dei supplementari è già stata sperimentata in alcune competizioni minori, come la Supercoppa Europea, e potrebbe essere estesa a Champions League ed Europa League in futuro.
Pro e contro della riforma
I sostenitori della riforma ritengono che i supplementari aumentino il rischio di infortuni e riducano la brillantezza del gioco, spesso trasformandosi in una fase di stallo in cui le squadre sono troppo stanche per proporre calcio spettacolare. D’altra parte, i puristi del calcio vedono nei tempi supplementari un elemento imprescindibile del gioco, capace di regalare emozioni uniche e ribaltare destini sportivi.
La UEFA, per ora, ha avviato solo consultazioni con club e federazioni, senza una decisione ufficiale. Ciò che è certo è che il dibattito è aperto e la scelta finale avrà un impatto significativo sulla struttura delle competizioni future.
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