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Calzone a Bi-Zona: “Palermo? Mancano ancora tre mesi e tutto può succedere”

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Calzone a Bi-Zona: “Palermo? Mancano ancora tre mesi e tutto può succedere”

Intervistato dai nostri Fabio Tedesco e David Majorca nel corso della trasmissione Bi-Zona, andata in onda sui canali social di TifosiPalermo, il giornalista del Corriere dello Sport Tullio Calzone ha rilasciato alcune dichiarazioni su diverse tematiche circa il campionato di Serie B, l’andamento del Palermo e il tema della stabilità economica di alcune società in difficoltà. Ecco le sue parole.

Le parole di Tullio Calzone a Bi-Zona

Sulla Serie B: “È la solita, estenuante e lunga, dove non bisogna fare bilanci frettolosi. Nessuno ha mai vinto a febbraio il campionato, non ci sta riuscendo nemmeno il Sassuolo che è una squadra di altra categoria e che ha mantenuto la struttura che aveva in A. Non è facile rielaborare la retrocessione, lo stiamo vedendo con Salernitana e Frosinone. Bravo Grosso a resettare subito e complimenti alla società sempre presente tra investimenti e l’impiego di giovani. All’inizio non è stata una passeggiata di salute, ma poi Grosso è stato bravo a far valere i suoi principi di gioco come a Frosinone e Bari in una situazione societaria non bella. In B come Inzaghi fa la differenza. Ci saranno molti scontri diretti, li si vedrà la forza delle squadre”.

Sul Palermo“Tra queste squadre ci sono anche i rosanero che sono distanti sette punti dal quarto posto. Non è una meta simbolica, ma è fondamentale per avere vantaggi ai playoff. Sul Palermo si possono dire tante cose, sicuramente è una delle delusioni della stagione. Le ragioni sono diverse e sono dovute a una squadra che non è completamente da B, è troppo forte per la categoria e le manca quella capacità di gestire i momenti delle partite di B”.

Sulla Cremonese“C’è tanta ricchezza nell’organico, ma nelle scelte politiche della società non c’è stata lucidità. Stroppa ha vinto più volte la promozione prima a Crotone e poi a Monza. Non è come il Palermo ma, dopo il Sassuolo, loro ed i rosanero sono le squadre più strutturate per fare bene. Evidentemente non sono ancora diventate squadre da B, i playoff sono partite complicate da vivere nel punto di vista emozionale, che è uno dei punti di debolezza del Palermo”.

Il suo pensiero su Dionisi

Su Dionisi“Strano che un tecnico come lui non sia lucido ad affrontare queste tematiche, anche la società dovrebbe aiutarlo meglio. C’è stato un cambio di passo con il nuovo ds: il primo non aveva scelto Dionisi, e questo fa riflettere. Il City ha regole di calcio che applica dappertutto, ma Palermo è una città assestata. Mirri sembra più una figura rappresentativa, non è più il presidente che entra nelle questioni societarie: nei momenti di disagio, la potenza ambientale di Palermo può diventare una pressione”.

Sulla volontà dei tifosi di cambiare allenatore“Per fortuna Dionisi ha vinto una partita non semplice a Cosenza. Senza Audero probabilmente le difficoltà sarebbero aumentate. C’è una situazione di ruoli non definita a Palermo: se il potere è da un’altra parte, c’è bisogno che la società debba essere rafforzata anche in città. Dopo Zamparini ne abbiamo viste di tutti i colori: mi ricordo i tifosi a protestare post fallimento. Questo è quello che manca a Palermo: anche dal punto di vista del gioco ha espresso tante cose buone, nonostante alcuni errori di Dionisi. Il problema principale è la sconnessione tra ambiente e aspetto tecnico”.

Sulle esperienze passate di Dionisi: “Non ha mai avuto un ruolo di allenatore manager e non ha mai allenato in città così pressanti. Sassuolo non è Palermo, non sono paragonabili. Ma lì, come ad Empoli, aveva una società con ruoli definiti e strutturati. Una catena di comando molto delineata dove si capiva perfettamente chi facesse cosa. Credo sia presto per tirare una somma. Per chi chiedeva la sua testa, la società ha fatto bene a confermarlo: la squadra ha giocato per lui ed è con lui, ed è stato bravo a cambiare sistema di gioco in corso”.

Sugli obiettivi del Palermo“Lucioni ha fatto capire che qualche problema c’era stato in termini di gestione del gruppo. Non è nulla di irreparabile: ora bisogna ragionare per obiettivi. Prima andare ai playoff, poi migliorare al massimo la classifica e puntare a dare il massimo ai playoff. Mancano ancora tre mesi, possono succedere un sacco di cose ancora“.

 

 

 

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