
Gardini: “Scelto Palermo per la piazza. Potenzialità fuori dal normale”
Torna a parlare Giovanni Gardini e lo fa a Radio Tv Serie A. Intervistato da Marco Bellinazzo de Il Sole 24 ore, Giovanni Gardini è intervenuto su diversi temi. Ecco di seguito le sue parole.
Sul suo lavoro: “Ho avuto la fortuna in 35 anni di carriera di fare tutte le categorie e questo lo reputo un grosso vantaggio perché quando ho cominciato nel 1989 a Padova in Serie B eravamo cinque dipendenti. Il calcio in 30 anni è cambiato radicalmente e noi oggi a Palermo nella parte business siamo 50 persone. Questo 30 anni fa era praticamente inimmaginabile e impensabile. C’erano un direttore sportivo, un segretario e un presidente. Non c’erano le dinamiche che ci sono oggi, non c’erano le attività mediatiche che ci sono oggi. Oggi se vuoi fare calcio in una certa maniera devi essere un’azienda prima di tutto, devi avere contezza dei numeri, devi avere contezza degli effetti dei numeri. Devi poter rispettare le leggi, le evoluzioni normative e tutto quello che ne consegue. Purtroppo un neo c’è ed è quello che rispetto al 1989, quando ho cominciato, l’impiantistica italiana è rimasta tale. Si sono evoluti i calciatori, gli allenatori, i tifosi e tutto quello che ruota attorno al sistema calcio. Tutto quello che non è migliorato e non ha posto le società e i tifosi nella condizione di poter vivere uno spettacolo a 360 gradi è l’impiantistica sportiva che è stata lasciata alla mercé delle intemperie del tempo. Questo ti permette di programmare e di avere una progettualità in termini aziendali, non in termini sportivi ma in termini aziendali. Ti mette nella condizione di sapere dove vai a cadere e come puoi andare a cadere”.
Le parole su Palermo
Da Inter a Palermo: “La piazza, come ha evidenziato lei, ha valori e potenzialità al di fuori del normale di cui neanche si rende conto. E provare a fare un calcio diverso, non legato al palo che puoi colpire durante una partita. Noi siamo arrivati nel 2022 dopo un lavoro straordinario fatto dal presidente Mirri che arrivò a portare la squadra in Serie B in tre anni. È stato un risultato meraviglioso, ma quando siamo arrivati c’erano cinque dipendenti. Oggi siamo 50, abbiamo costruito un centro sportivo, facendo tutta una serie di attività che non vogliamo assolutamente decantare perché non è questo il luogo e il modo, ma abbiamo provato a fare un calcio diverso con al centro le infrastrutture. Un calcio di risorse umane”.
Il pensiero Gardini
Sul City Football Group: “Sgombriamo subito il campo, l’indipendenza e l’autonomia è al 100%. Lo dimostra un fatto basilare: il City Football Group ha 13 squadre più alcuni partner club dove ha avuto la possibilità e ha dato la possibilità che tutti i management siano locali. Quindi rispetto anche ad altri gruppi che lavorano non ha mai avuto interazione diretta in quelle che sono le decisioni. Il CFG ci mette a disposizione tutto il know-how, tutta l’esperienza, tutta la conoscenza e quindi si può condividere quelle che sono le strategie e i processi. È un vantaggio e un’opportunità. Il CFG suggerisce e supporta in tutte le attività di business dove ha dimostrato di essere il miglior gruppo al mondo nel fare calcio. La decisione è sempre locale. In sintesi: se dovete rifare una cosa, noi vi diamo il supporto per arrivare alla soluzione migliore, ma la decisione finale spetta a voi. Siete voi che conoscete e dovete avere competenze in materia di quelli che sono i valori del territorio, noi vi possiamo dare gli strumenti per fare le valutazioni migliori. Quindi non c’è la decisione dall’alto con qualcuno che dica “prendi questo allenatore, prendi questo giocatore, prendi questo responsabile marketing”, assolutamente no. C’è condivisione”.
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