
Guidolin “A Palermo mi sono sentito amato, che gioia la città vestita di rosanero”
La passione della gente “ mi ha fatto capire che all’epoca abbiamo realizzato un’impresa
Zamparini manca a me e a tutto il calcio. Oggi gli direi che poteva godersi meglio i successi
Questi i titoli di Repubblica, oggi in edicola
L’articolo di Massimo Norrito che intervista l’ex tecnico rosanero.
Francesco Guidolin e il suo legame con il Palermo
Vent’anni fa, Francesco Guidolin guidava il Palermo in Serie A, portando la squadra alla storica qualificazione in Europa, un’impresa che ha legato indissolubilmente il tecnico ai colori rosanero. Se dovesse condensare quel periodo in un’immagine, Guidolin sceglierebbe «la squadra che esce dal tunnel in uno stadio sempre pieno», un’immagine che resterà nel suo cuore come simbolo di quel trionfo.
Un entusiasmo contagioso e una consapevolezza storica
Guidolin ricorda con chiarezza l’entusiasmo che accompagnò quel periodo: «C’era un entusiasmo che veniva dal primo posto in B, la città era imbandierata già a marzo». Il tecnico si rese conto subito che stavano facendo qualcosa di speciale, e l’incredibile festa che accompagnò la promozione in Serie A fu solo il primo passo di un’avventura che si sarebbe rivelata storica.
Il ritorno di Sirigu e il rapporto con Zamparini
Guidolin è felice di vedere Sirigu tornare a Palermo, un giocatore che aveva già fatto parte della sua squadra durante quell’avventura europea. Il suo rapporto con il presidente Maurizio Zamparini fu caratterizzato da stima, ma anche da una costante ricerca della perfezione. «Non era mai contento», dice Guidolin, «e questo mi faceva arrabbiare». Ma nonostante le critiche, riconosce che Zamparini si è sempre speso per il club, portando a Palermo giocatori importanti su richiesta del tecnico, come Amauri e Bresciano. Guidolin considera Zamparini un presidente unico, con una passione autentica che manca molto nel calcio di oggi.
Rino Foschi e i giocatori di qualità
Anche Rino Foschi, che lavorò con Guidolin al Palermo, è una figura che il tecnico apprezza molto. «Rino conosceva squadre e giocatori, aveva la cultura del lavoro», dice Guidolin, ricordando come fosse stato fondamentale nell’assemblare una squadra forte, riuscendo sempre ad accontentare le richieste dell’allenatore. Il tecnico non fa nomi quando parla dei giocatori più forti che ha allenato, ma sottolinea che il Palermo in B era la squadra più forte e che grazie a loro è riuscito a raggiungere l’obiettivo di salire in Serie A.
Il rimpianto per l’infortunio di Amauri
Il principale rimpianto di Guidolin rimane l’infortunio di Amauri, che nel periodo più importante della stagione, per via delle penalizzazioni, avrebbe potuto essere decisivo per raggiungere traguardi straordinari. Un altro aspetto curioso è che Guidolin amava stimolare i suoi giocatori, anche con regali come libri, un gesto simbolico per incentivare la crescita personale e professionale.
Il legame con Palermo: una città unica
Cosa gli manca di più di Palermo? «Forse la luce, il sole meraviglioso», racconta Guidolin, ricordando le passeggiate in bici, le colazioni a Mondello e i panorami sul mare. Anche se non è tornato recentemente, ha intenzione di farlo presto, magari per assistere a una partita decisiva.
Le speranze per il futuro del Palermo
Guidolin crede ancora nella Serie A del Palermo, ma sottolinea che l’importante è arrivare ai play-off, perché «tutto si rimette in gioco». Riguardo ai cambiamenti in società, con il passaggio dalla gestione Zamparini a quella dello sceicco Mansour e della galassia City, Guidolin ammette che è cambiato molto, ma ribadisce che per fare bene servono i mezzi, buoni giocatori e cuore.
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