
Brunori, capitano versione 2.0: sacrificio, adattabilità e generosità
Matteo Brunori è diventato grande, ma in questo caso non si tratta dell’età che avanza, bensì dell’atteggiamento che sta avendo negli ultimi mesi. Da quando è al Palermo la sua è stata la stagione più dura sia a livello umano che dal punto di vista sportivo. Lui che a suon di gol aveva riportato i rosanero in Serie B, diventando così il primo idolo del Palermo post-fallimento, ha dovuto fronteggiare la difficoltà di un rapporto praticamente nullo con l’ex direttore sportivo De Sanctis che gli era costato non solo la centralità all’interno del progetto, ma anche qualche mugugno (dovuto anche alle dichiarazioni post Venezia della scorsa stagione) da parte degli stessi tifosi che in lui hanno sempre visto il volto principale della rinascita del club.
E poi quando sembrava essere tutto indirizzato verso un addio è arrivata la svolta: il cambio di direttore sportivo con Carlo Osti pronto a mettere delle toppe ad una situazione arrivata al limite. Osti non l’ha solo fatto sentire nuovamente importante, ma lo ha in qualche modo responsabilizzato e Brunori ha risposto nel migliore dei modi.
La metamorfosi di Brunori: cambio ruolo e presenza carismatica
Chi fa il mestiere dell’attaccante è sempre un po’ egoista. I gol sono come una sostanza dalla quale si è dipendenti e nel momento in cui viene a mancare ecco che si presenta l’astinenza. Brunori ha passato quella fase e grazie al mercato di gennaio, anche le responsabilità si sono alleggerite. Se prima tutto il peso dell’attacco era su di lui adesso lo può condividere, e a volte lasciare totalmente a Pohjanpalo. È proprio la reazione all’arrivo del bomber finlandese dalla quale si può evincere la crescita sia tattica che umana del capitano rosanero. A tal proposito, se in campo ha cambiato il suo modo di giocare passando dall’essere un terminale offensivo al diventare un tuttofare del reparto avanzato, dal punto di vista caratteriale sono emersi la propensione al sacrificio, abbassandosi per dare una traccia ai suoi compagni, e la generosità arrivata al culmine proprio nell’ultimo match contro il Sassuolo quando involandosi verso la porta avversaria al momento di calciare ha preferito concedere a Pohjanpalo la gioia del poker, poi non arrivato per via della chiusura della difesa neroverde.
I suoi numeri
Le statistiche di questa stagione sicuramente sono inferiori rispetto a quello a cui eravamo abituati, ma vanno contestualizzate. E proprio per questo motivo il bottino di 7 gol e 1 assist fin qui viene visto in maniera molto più positiva. Brunori ha vissuto più stagioni in una sola stagione e una volta ritrovata la serenità è tornato con una versione 2.0 di se stesso, mettendosi al servizio del gruppo e ricordando a tutti il perchè continua ad essere il volto della rinascita.
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