Enigma non tanto nei risultati, anche questi catastrofici per carità, quanto nel capire chi sia il Palermo lontano dal Renzo Barbera. E la domanda, più che legittima, scaturisce paradossalmente da quel bel gioco che invece i rosanero mettono in vetrina proprio in casa, quando gli avversari, di fatti, sono costretti a parcheggiare l’autobus davanti l’area di rigore e a ripartire, quando capita.
Il nostro enigma, parte da quando i ragazzi di Boscaglia hanno cominciato ad ingranare seriamente e a scalare posizioni in classifica, abbandonando il fanalino di coda. Ha inizio, quindi, proprio da una traferta ben giocata a Castellammare. Ma dopo quel bel segnale, utile per dare poi la scintilla che ha portato 10 punti nelle 5 gare casalinghe, i rosanero hanno masticato amaro in trasferta.
Ma oltre all’evidenza dei fatti, che parlano di uno score pessimo con soli 2 punti conquistati lontano dalla Sicilia (Catanzaro e Ternana), l’enigma riguarda proprio l’identità di questa squadra lontano dalle mura amiche. Diciamo pure che non c’è stato molto tempo per capire il perchè di tanta differenza nel fattore campo, visto che da quando la squadra si è “ripresa”, di trasferte se ne sono giocate soltanto due, di cui una vinta contro la Juve Stabia. Poi Foggia come nostro riferimento, che ha dato vita alla prestazione più brutta dell’ultimo mese e mezzo e poco altro, se non le prime imbarazzanti uscite che configuravano una squadra ancora alle prime armi, come raccontano Bisceglie e Teramo su tutte.
Ma non è detto che quelle prestazioni di ormai due mesi fa, facciano parte di un altro ciclo. Il Palermo allora perdeva pure in casa, è vero, ma la sconfitta di Foggia fa emergere più di qualche dubbio sulla personalità del Palermo lontano da essa, ricoleggando in qualche modo tutte le disfatte in campo nemico. All’inizio, poteva esserci l’alibi della non conoscenza della squadra, dei meccanismi di gioco ancora lontani dalle sinapsi dei calciatori e le sconfitte casalinghe facevano di tutta l’erba un fascio, per così dire.
Poi il 2-0 in terra pugliese ha creato un nesso tra queste partite. Collegamento che il Palermo deve cercare di “scollegare” quanto prima, visto che le partite purtroppo non si giocano tutte nella nostra adorata Sicilia. Casuale, dunque, è stata la vittoria di Castellammare? Che lo si voglia ammettere o no, è questa l’unica gara da cui si può trarre spunto per capire che Palermo sarà in trasferta: umile? Di ripartenza? Roccioso dietro e cinico davanti? O arrembante e dominante come in casa?
Un’enigma, come scritto sopra, che richiede soluzione instantanea. Manca ancora la dimensione da trasferta, c’è invece quella da casa. Quella che un po’ tutti ormai conosciamo. A Vibo Valentia, si andrà dunque per vincere, per la classifica e per la contunuità. Ma si andrà anche per capire, chi essere davvero quando è il padrone ad accogliere l’ospite: umili ma cinici come a Castellammare o dominanti come al Barbera? La domanda è questa e la risposta la troveremo solo al fischio d’inizio di quel match, difficile quanto mai.
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