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Lucca, bello e dannato: tra un “vaffa…” alla stampa ed una punizione da 30 metri

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Minuto 88. Punizione dalla distanza. Ad occhio, una trentina di metri separano il punto di battuta dalla porta avversaria. In condizioni normali, con una palla che scotta tanto, in un momento così topico della partita, avremmo visto formarsi un cerchio di uomini intorno al pallone. E tra un “Senti, questa lasciamela” ed un “Guarda che hai battuto quella prima, ora tocca a me” si sarebbe forse perso un minuto buono. Ma stavolta no.

Stavolta, la decisione sembra pacifica e unanime; dalle parti del pallone si aggira solo un ragazzotto di due metri e uno. Qualcuno, in realtà più di qualcuno, avrà pensato senza troppi giri di parole: “Che ci fa lì? Ma perché proprio lui?“. D’altronde, nessuno l’avrebbe mai fatto tiratore dalla distanza e nessuno gli avrebbe mai affidato un tiro da fermo così delicato. Il giovanotto sistema però il pallone sulla zolla con gran sicurezza e nel tempo di un battito di ciglia lo scaraventa dritto sul primo palo, a sfondare la rete in maniera inaudita. Il portiere guarda attonito il pallone, che si è intanto tirato fuori dalla porta da solo per la forza d’urto.

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Gol. 1-1. Compagni addosso e gran festeggiamenti. Lucca però se ne infischia, facendo un po’ di scena, nel pieno rispetto della sua fama da cattivo ragazzo. Bello e dannato, “Lorenzino” Lucca ci piace pure un po’ così. Al primo gol tra i professionisti l’attaccante scuola Toro aveva commesso una grave leggerezza, pagando a caro prezzo l’inesperienza ed un carattere sicuramente un po’ fumantino. Eppure, nella sua irriverenza, il centravanti di Moncalieri ha iniziato a mettersi in mostra con tanto impegno e spirito di sacrificio. Attenzione, non parliamo di un fenomeno e forse neppure di un buon giocatore. Se giochi in Serie C e hai vent’anni, la strada da fare è ancora lunghissima: non basterà certo la sfacciataggine tipica di alcuni campionissimi per essere considerato uno di loro. Serve ben altro, però l’atteggiamento è cambiato e sembra adesso quello giusto.

Considerando solo le prime partite, a veder giocare Lucca c’era da mettersi le mani tra i capelli: stop mancati, tiri sbilenchi, una movenza tutt’altro che elegante. Così sono arrivate puntuali le prime critiche, quelle pesanti intendiamo, dal momento che non giochi più tra i giovani della Primavera e nessuno più può proteggerti dalla pressione di una grande piazza. Qualcuno ancora lo avrà etichettato in maniera poco felice e Lucca avrà pensato bene di conservarsi dentro le scarpe tutti quei sassolini, per poi lanciarglieli addosso al momento opportuno.

LuccaPeccato che non basti un gol per fare tutti contenti, né una sola buona prestazione per fare cambiare parere. Si rischia solo di passare per gran maleducati e così è stato dopo l’improperio scagliato ai giornalisti, nel momento successivo al gol contro la Viterbese. D’altronde, potresti finire per costruirti attorno l’immagine del Balotelli di turno e magari sei solo un bravissimo ragazzo, che ha dimenticato per un istante le buone maniere in un momento di grande emozione. Fare cambiare idea è la sfida più difficile e Lucca dovrà provarci, senza disperdere la cattiveria mostrata in campo in inutili protagonismi fuori.

Quindi sì, stiamo pure fermi immobili. Avremo fracassato la porta ma meglio non esultare: che parli, d’ora in poi, solo la lingua del calcio.

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