Regione-privati, guerra dei tamponi “Immorale farli pagare più di 15 euro”.
Il Tar accoglie il ricorso di alcuni laboratori e cancella il prezzo calmierato imposto dall’assessorato. Che annuncia di voler impugnare la sentenza e emana un nuovo decreto. Sui costi dei test rapidi si accende la polemica.
Razza: “In questo momento non si può pensare solo al profitto”.
I convenzionati: “Diremo di non superare i 25 euro”.
Questo il titolo di Repubblica, oggi in edicola.
L’articolo di Giusi Spica analizza quella che sta diventando in Sicilia una “guerra al prezzo dei tamponi“, iniziata tra Regione e privati. Su questa base iniziale è scoppiato il caso: 50 euro per i tamponi molecolari, 15 per i tamponi rapidi e tre fasce di prezzo per i sierologici che vanno dai 32,58 euro del tipo a, ai 18,58 euro del tipo b e 10 euro per quelli di tipo c.
C’è qui ha continuato ad applicare prezzi superiori e chi ha ritenuto queste cifre inadeguate e diseconomiche.Così sono scattate le denunce da parte dell’Assessorato alla Salute.
Ma i laboratori hanno anche impugnato questa decisione con forza sopratutto sul costo dei tamponi rapidi: “un test viene venduto dai fornitori ai laboratori di analisi a circa 10 euro. Un costo a cui vanno poi aggiunte anche tutte le altre spese sostenute nei laboratori ed indispensabili per la obbligatoria messa in sicurezza e sanificazione dei locali“.
In attesa di una decisione definitiva il Tar ha deciso come illegittima una «tariffa regionale imposta» da una semplice «direttiva» o circolare dell’assessorato della Salute.
Alla base si è stabilito che la Regione ha delle agevolazioni sui costi che i laboratori privati non hanno, e che il prezzo possa risultare più elevato in virtù di queste considerazioni.
Ma l’Assessore Ruggero Razza non si arrende e dichiara: “Oggi un tampone rapido costa meno di 4 euro e la tariffa fissata è forse persino troppo alta. Il Dipartimento per le attività sanitarie e osservatorio epidemiologico spiegherà bene il percorso della determinazione della tariffa, ma non mi pare che si possa anche solo ipotizzare di utilizzare l’emergenza per fare utili oltre il doveroso. È semplicemente immorale“.
Se da quanto emerge, risulta che i laboratori possano decidere i prezzi per i tamponi, la preoccupazione è un’altra, come afferma Domenico Marasà, il coordinatore
dell’intersindacale dei laboratori convenzionati:
“Non possiamo dimenticare il nostro ruolo sociale a fianco dei pazienti. Il rischio è anche che con prezzi eccessivi, la gente smetta di sottoporsi al tampone e sfuggano i positivi“.
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