Da qualche ora a questa parte stanno facendo parecchio discutere le immagini che provengono dai Navigli di Milano. Nel video è possibile notare una folla di persone accalcata l’una accanto all’altra, distanziamento sociale scarsamente rispettato, mascherine mal indossate o totalmente assenti.
I NAVIGLI NON RAPPRESENTANO MILANO
Di sicuro Milano non è quella mostrata ai Navigli. Gran parte dei milanesi hanno rispettato le norme anti Covid-19 e sono restati a casa, uscendo solo quando necessario e seguendo tutte le prescrizioni sanitarie suggerite dal Governo. Peccato, però, che una parte non indifferente della comunità milanese ancora una volta si sia lasciata andare ad una cattiva abitudine che malgrado i numerosi richiami tende a non passare mai di moda.
IL SENSO DI COMUNITÀ
Sia chiaro, è comprensibile che dopo un anno di pandemia mondiale gran parte delle persone senta la naturale necessità di un po’ di sana tranquillità e normalità. Non si può d’altronde pretendere di cambiare da un giorno all’altro le abitudini di sessanta milioni di italiani, nemmeno se stiamo vivendo una delle peggiori epidemie degli ultimi cent’anni. Il senso di comunità, infatti, non può nascere dal nulla. Al contrario questo deve essere coltivato nel tempo superando ogni superficiale divisione che esiste in seno ad un popolo.
Quando, però, manca la capacità di sentirsi parte di una comunità, allora manca anche il senso del dovere nei confronti di tale comunità. Qualora infatti vi fosse un buon senso del dovere nei riguardi della propria gente si eviterebbero situazioni di questo, ma non solo. Il senso di comunità si dimostra anche non discriminando nessuno, nemmeno i propri connazionali appartenenti ad un’altra area geografica rispetto alla propria. Ciò che sta alla base dell’irresponsabilità civile è ciò che porta alla discriminazione, all’offesa, alla xenofobia: la mancanza di una coscienza sociale e politica.
NESSUN GIUDIZIO, NESSUNA OFFESA
Non chiamateci terroni se riempite i Navigli di Milano come se nulla fosse. Non fatelo perché evidenziate non la vostra ignoranza, perché molti di voi sono persino colti e laureati, e nemmeno la vostra scarsa sensibilità, dal momento che se offendete è appunto perché sapete coscientemente di ferire la sensibilità altrui; ciò che evidenziate, infatti, è solo la vostra scarsa coscienza di far parte di una comunità che vi osserva, di cui fate parte, nei confronti della quale avete dei diritti ma anche dei sacrosanti doveri.
Se ciò che manca alla gente è, dunque, il senso di comunità probabilmente ciò è dovuto al fatto che la classe politica che la rappresenta non ha alcun interesse a far sì che questo emerga. Solo una comunità compatta e coesa verso un unico obiettivo – il superamento della pandemia il prima possibile e il rafforzamento della sanità pubblica – sarebbe in grado di porsi degli interrogativi molto precisi a cui nessuno finora ha saputo e voluto rispondere, al fine di avanzare la dialettica politica verso gli interessi della stragrande maggioranza della popolazione.
Ancora una volta, non chiamateci terroni appena tutto questo sarà finito. Noi vi osserviamo, e non vi insultiamo per le vostre azioni ai Navigli di Milano. Vi chiediamo soltanto di svegliarvi dal sonno della coscienza in cui ormai noi tutti siamo in trappola.
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