Palermo – La squadra si è presa una grossa responsabilità. Ora tocca a loro dimostrare che …
Urla, messaggi social, proteste a fine gara e tutte sembravano avere un unico terminale e cioè Mister Boscaglia. Che, a scanso di equivoci, ha delle precise responsabilità nell’andamento di questo campionato, di questa stagione mediocre. Responsabilità a partire dal suo arrivo a Palermo, responsabilità nella gestione di tanti momenti in cui si è perso più nel lanciare messaggi a società e squadra che a risolvere le anomalie tecniche e tattiche della squadra. Un esonero, almeno a giudicare dai malcontenti e dai mal di pancia di diversi giocatori, che non farà strappare i capelli a tanti rosanero.
La prestazione di ieri è ovviamente in linea con una chiara volontà da parte dei giocatori di mettere in difficoltà l’allenatore e forse spingere la società all’esonero. E’ sotto gli occhi di tutti, non inventiamo nulla.
Così facendo però i giocatori devono essere consapevoli che si sono assunti una bella responsabilità, quella cioè di dimostrare che il problema era Boscaglia non solo dal punto di vista tecnico ma probabilmente più sul piano caratteriale e della gestione complessiva dello spogliatoio. Una responsabilità che adesso avranno tutta sulle loro spalle, senza l’alibi del tecnico. Adesso dovranno dimostrare alla società tutto il loro valore e se il trend non cambia immediatamente adesso le colpe non potranno più essere addossate al tecnico ed alla sua personalità ma ricadranno interamente sulle spalle dei giocatori.
Una responsabilità anche verso la piazza…
Anche la piazza chiedeva a gran voce la testa di Boscaglia ed anche la piazza adesso si aspetta che questi giocatori diano nuova dignità al campionato. Altrimenti ce ne sarà anche per loro.
Restiamo convinti che in una azienda i lavoratori debbano solo pensare a fare il loro dovere e non, con i loro atteggiamenti, mettere in difficoltà chi li guida, li dirige. A tutti i livelli, non solo nel calcio. Anche perché così facendo non si fa il bene della propria società, dell’azienda per la quale si lavora, ma si creano inevitabilmente momenti di difficoltà e di crisi.
Non ci è mai piaciuto che i giocatori, si giochino un allenatore. Ma, per qualche esperienza ed essendo appassionati di calcio da diverso tempo, si capisce che le cose vanno così, non piace, ma bisogna adeguarsi.
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Prima di essere giocatori si dovrebbe essere uomini e professionisti.