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Per Filippi una sconfitta… “alla Boscaglia”. C’è ancora la sua ombra

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Per Filippi è arrivata una sconfitta “alla Boscaglia”. L’unico, non indifferente, punto a favore dell’attuale tecnico del Palermo, è che il tempo per lavorare è stato veramente poco. Almeno non abbastanza per poter definire, viceversa, un’eventuale vittoria “alla Filippi”. Dopo mesi di meccanismi più o meno appresi dai calciatori, è difficile cambiare, anche in pochi o quasi invisibili dettagli, metodo di lavoro. Perchè non vogliamo pensare che l’idea calcistica di Filippi sia uguale, tale e quale, a quella del suo predecessore.

Filippi, difficile cambiare regime

E così, quando si crea una truppa con un comandante che l’ha guidata per parecchio tempo, è difficile cambiare regime. Il derby, vinto grazie ad una perla di Santana che ha regalato alla fine i 3 punti, ad un’unione di gruppo forse mai vista e ad un pizzico di fortuna, si è rivelato solo una profonda illusione. Partorita, questa, dalla sconfitta contro la Juve Stabia, che ha gettato i rosanero di nuovo al punto di partenza: 10° posto e rischio concreto di rimanere fuori dai playoff. Un ciclo che prontamente si apre e si chiude, sperando poi che non si sfaldi completamente proprio alla fine del campionato, escludendo i rosa fuori dagli spareggi (anche se poi, a che servirebbe disputarli da 9° in classifica?).

Il problema non è l’avversario

Ma il problema non è stato l’avversario, tosto ma assolutamente alla portata. Bensì il momento: quando c’è da dimostare qualcosa il Palermo non ha mai risposto in questo campionato. Quando c’era da cambiare la classifica e fare un balzo importante, la corda del telefono si è sempre spezzata. Problema di testa, di equilibrio, di abitudine ad una categoria che fino alla fine, almeno per quest’anno, riserverà delusioni ai tifosi siciliani. Il cambiamento non è possibile nelle ultime 10 giornate. Lo era prima, molto prima. Filippi ci ha provato, ma è pur sempre la sua prima esperienza da primo allenatore su una panchina.

il famoso rischio di chi “domina”

Serve lavoro, ma non serve cambiare, a questo punto della stagione, guida tecnica. Non servirebbe davvero a nulla. La sconfitta concretizzatasi due giorni fa, è il sunto di una stagione iniziata male, proseguita meglio e fermatasi poi nella mediocrità. La conclusione difficilmente riserverà sorprese. I 3 punti persi nell’ultimo turno, hanno seguito le solite modalità: bene i primi 20 minuti, molte occasioni sprecate e poi sbandamento totale nella seconda parte del match con un disequilibrio tra i reparti spaventoso. Era quello che Boscaglia chiamava “Il rischio che si accetta per chi vuole dominare una partita”.

Le stesse crepe si vedranno ancora

E a forza di rischiare, Filippi, sotto l’obra del suo antenato, ne ha presi 4 per ogni contropiede. Nulla che vada bene, neanche adesso che alla guida non ci sta più lui, il più criticato sopratutto dai tifosi. Niente che rinfranchi il tifoso, che ha già dimenticato l’euforica vittoria del derby; niente che lo rinfrancherà, probabilmente, visto che in poco più di un mese che manca da qui a fine stagione, difficilmente Filippi potrà fare miracoli e rimettere in piedi un castello mai davvero ben costruito. Le stesse crepe viste fino a qui, si vedranno infatti ancora, fino al termine di una stagione che forse solo un miracolo potrebbe cambiare.

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