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Coppa Italia senza Serie C. Perché solo in Italia poteva succedere…

Perché al peggio non c’è mai fine. Evidentemente non bastava avere eliminato il doppio turno di andata e ritorno per consentire alle squadre più quotate di giocare solo in casa. Non bastava, ancora, avere permesso alle migliori del campionato di Serie A di accedere al torneo già a partire dagli ottavi di finale. Serviva di più, serviva compiere il passo finale e ci siamo finalmente arrivati. Ebbene sì: le squadre di Serie C sono tagliate fuori dalla Coppa Italia.

Coppa Italia senza Serie C: è tutto vero

La notizia ha del clamoroso. In Italia, pensandoci bene, neppure delle società riconosciute come professionistiche possono partecipare alla Coppa nazionale. La FA Cup, ovvero la Coppa d’Inghilterra, prevede invece la partecipazione di più di 700 squadre, a partire dalle serie più infime e sconosciute. Le grandi squadre di Premier League non possono risparmiarsi e devono attrezzarsi a modo per giocare all’interno di impianti minuscoli contro squadre di 5a e 6a divisione. E si gioca in casa loro, perché il confronto possa avere un senso.

La favola Alessandria non ha insegnato nulla

Qui in Italia è l’esatto contrario e neppure la favola Alessandria di qualche anno fa ha potuto farci spalancare gli occhi davanti all’evidenza. Al di dentro del Consiglio di Lega si ritiene che partite tra squadre di più alto livello porteranno maggiori introiti dalle televisioni. Perché, e questo è il senso, in pochi guarderebbero Carrarese – Pro Patria o Pergolettese – Giana Erminio. Eppure, tutti guardano e ammirano la Coppa Inglese o la Coppa del Re dove la formula è decisamente più democratica e aperta almeno alle squadre Pro.

In effetti, il discorso sarebbe molto semplice: si pensi ad un Catania-Milan. Da anni, gli etnei non vivono il grande calcio ed una partita del genere risveglierebbe per una sera la passione di quella gente. Ne parlerebbero tutti. Allora la squadra meno quotata si caricherebbe a mille e potrebbe dare filo da torcere alla squadra favorita per blasone e qualità. Principalmente per questo il calcio è pieno di favole: perché stimoli e motivazioni sanno giocare brutti scherzi.

Però nessuno ha voluto capirlo o ha finto di non capirlo. Sarebbe un bel problema ritrovarsi tutti gli anni la piccola Alessandria in semifinale, col suo insignificante bacino d’utenza a dispetto del seguito che vantano laziali, milanesi, Juventus e Napoli. Pertanto, per fugare ogni dubbio, certe squadre non vi parteciperanno più.

Coppa Italia, una piccola Superlega nostrana

Ancora, si permetta una battuta conclusiva. Sempre in Inghilterra le tifoserie più forti del paese hanno protestato contro la partecipazione delle loro squadre alla SuperLega. La notizia la conosciamo tutti, ma fa bene riaccennarla. I supporters del Manchester United hanno invaso “Old Trafforde hanno così impedito la disputa della gara contro il Liverpool, mentre intonavano a gran voce cori e canti contro l’attuale proprietà. E dire che i Red Devils sono quest’anno praticamente in finale di Europa League e secondi nel campionato più difficile e competitivo del mondo. Dalle nostre parti non è neppure volata una mosca contro la SuperLega e tanti hanno parlato di questo torneo chiuso come una sorta di possibilità, altri come un passo inevitabile, da dover compiere prima o poi. Questione di cultura e storia, sicuramente. Ma se coltivi nel tuo piccolo un torneo così chiuso aristocratico elitario qual è oggi la Coppa Italia, in fondo c’è poco da stupirsi.

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