C’è poco da rifletterci sopra: questa volta il Renzo Barbera di Palermo sarebbe stato pieno. Checché se ne dica del tifo Palermitano, camaleontico e incerto spesso e volentieri, per la sfida contro l’Avellino ci sarebbe stato il pubblico delle grandi occasioni.
E non solo perché l’avversario possiede un certo blasone, o perché si tratta di un ottavo di finale di un Playoff promozione. No, niente di tutto questo. La differenza l’avrebbe fatta il cambio repentino dei sentimenti nell’ultimo mese e mezzo. Il vento della passione che ha cambiato direzione, siamo sicuri, avrebbe portato tantissima gente allo stadio.
Dallo sconforto di un 7° posto conquistato al termine di una stagione altalenante, ad un finale di stagione, playoff compresi, che recita 6 vittorie nelle ultime 8 partite. Dalla depressione al sogno promozione, in un attimo. Dagli insulti, agli elogi, indirizzati anche a chi era stato preso di mira tutto l’anno. Perché il calcio è così: bello e strano allo stesso tempo.
Domenica, ci sarebbe stato il grande pubblico, perché l’idea dei tifosi è quella che in un mini-torneo, la grande squadra possa venir fuori, con le sue reali potenzialità. Ed è quello che forse potrebbe succedere (o sta già succedendo). Ancora è presto, ma è questo l’ultimo crocevia prima di cominciare una vera e proprio discesa verso la Serie B. Lo diciamo perché, senza dubbio, l’Avellino è la squadra favorita e per Filippi passare il turno significherebbe vedere più vicino l’obiettivo, perché tale ormai è diventato.
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