Francesco Baldini, ai microfoni di Telecolor, spiega le sue condizioni per restare alla guida del Catania: il tecnico esige chiarezza sul futuro societario. Le dichiarazioni di Baldini: “Martedì mattina ho appuntamento con la dirigenza del Catania, faremo il punto della situazione. Sono ancora sotto contratto, avevo dato la mia parola che sarei tornato a Catania, anche perché mi era stato chiesto un planning sulla rosa e le mie impressioni in questi mesi, ho visionato anche tanti giovani di valore. Ascolterò quello che mi dirà la dirigenza. La priorità ce l’ha il Catania, qualsiasi chiacchiera che io abbia fatto in questo periodo l’ho comunicata alla società – riprende tuttocalciocatania.com –. Nel calcio se ne fanno tante di chiacchiere. Sono qua perché la mia volontà è quella di restare ma voglio capire bene la situazione. In questo periodo ai tifosi interessa maggiormente l’iscrizione al campionato, questa deve essere la priorità. Catania è una piazza che deve avere una squadra competitiva fino all’ultima giornata, che va in campo ed è pronta a morire per la maglia che indossa“.
L’ex di Trapani e Juventus ha poi aggiunto: “Non mi spaventa rimanere a casa, mi piacerebbe iniziare una stagione dall’inizio e ambiziosa. Io sono ambizioso con me stesso, ho una voglia di campo e una fame che mi mangia. A chi ha voluto fare delle chiacchiere con me, ho detto che ho bisogno di temporeggiare capendo cosa si fa a Catania. Il termine ultimo per aspettare potrebbe essere la scadenza dell’iscrizione, non mi andrebbe di firmare un contratto e poi ritrovarmi il 28 a dover piangere. Sarebbe complicatissimo. Con la conoscenza, l’onestà intellettuale e la voglia massima di fare bene, senza spendere milioni di euro si può allestire una squadra forte. Non voglio neanche pensare che il Catania sia a rischio d’iscriversi. Ho bisogno che la dirigenza mi levi ogni dubbio su questo. Ci può stare considerare un progetto biennale che includa anche le giovanili. Nel senso che se io chiamo un calciatore della Primavera e viene ad allenarsi con noi, deve conoscere il modo in cui gioca e si allena la prima squadra. A 18 anni uno è uomo e la metodologia di lavoro deve essere uniforme, questo prevede un lavoro con determinate idee“.
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