Dario Mirri è arrivato a San Gregorio Magno, sede del ritiro pre-campionato del Palermo. Il numero uno rosanero, nel corso della giornata di ieri, ha assistito all’allenamento congiunto che la squadra del tecnico Giacomo Filippi ha effettuato nel pomeriggio con la Virtus Vesuvio Young, una rappresentativa dilettantistica locale. Sette le reti realizzate dai siciliani nel corso della seduta. Questa mattina, il presidente del club di Viale del Fante, a margine della seduta mattutina, ha rilasciato un’intervista in esclusiva alla redazione di TifosiPalermo.it, presente nella località campana per seguire da vicino la preparazione della compagine.
Dario Mirri ai microfoni di TifosiPalermo.it
“La critica che posso muovere nei confronti del mio operato è la mancata vittoria. Il tifoso vuole sempre vincere, è chiaro che è sia questo l’obiettivo di tutti coloro che amano il Palermo“, ha sottolineato Dario Mirri ripercorrendo quanto accaduto nei mesi scorsi con la promozione in Serie B sfumata ai play-off. Il club, tuttavia, è ancora in fase di crescita e ottenere il salto di categoria non è semplice. “L’anno scorso eravamo una matricola e non era facile. Ricordo negli anni precedenti il Napoli di De Laurentiis che non è stato promosso oppure la Salernitana di Lotito. Parlo di persone con grandi competenze e non dei capitani che hanno a disposizione. I tifosi credono che i soldi siano lo strumento per vincere, ma non è così. Altrimenti il Bari avrebbe già vinto o la Salernitana non avrebbe impiegato 10 anni per salire in Serie A. I pugliesi sono al terzo campionato ed hanno speso cifre pazzeschi”.
Il numero uno del Palermo ha le idee chiare in merito a ciò che servirà per puntare in alto. “Bisogna avere la consapevolezza che servirà lavorare ogni giorno, con fatica, aggiustando gli errori commessi. Eravamo tutti delle matricole lo scorso anno, credo che piccole cose possano migliorare”. E in merito agli elogi che Dario Mirri intende fare alla società per quanto realizzato in questi due anni. “Io non guardo ciò che ho fatto ma ciò che faremo. Nessuno ha ancora evidenziato lo sforzo organizzativo economico, perchè abbiamo realizzato e costruito la nostra casa, lo stadio. Queste cose possono migliorare ed aggiustare i risultati sportivi. Abbiamo preferito fare la Club House piuttosto che comparare giocatori, vince il collettivo non il singolo, l’Italia ce l’ha insegnato, abbiamo vinto l’Europeo con la squadra. La Club House ci aiuterà nel creare una squadra, se viene Cianci o Lanini poi, è tutto relativo”.
“Quest’anno l’obiettivo è ancora di più vincere. Anche l’anno scorso in questo periodo dissi che potevamo vincere e lavoravamo per vincere. Non è successo e siamo arrivati settimi e ai quarti di finale di playoff, questo perchè le variabili sono tante. Adesso sicuramente abbiamo una chance in più rispetto all’anno scorso che è quella dell’esperienza. Non siamo più matricola ma la squadra grazie al lavoro di Filippi ha una struttura. Pensando all’anno scorso non avevamo struttura. Se pensiamo a De Rose e Luperini oggi sappiamo che devono stare in mezzo al campo mentre un anno fa (assodato che De Rose è arrivato dopo) non si sapeva chi doveva stare in attacco, in mezzo al campo e in difesa. Oggi abbiamo le idee molto più chiare e un anno di esperienza alle spalle. Il progetto che abbiamo immaginato per dall’inizio è quello di una squadra fatta per vincere, ci vuole lavoro e fatica e le cose non vengono mai da sole; i soldi non risolvono le cose ma non sono necessari a vincere”, ha concluso.
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