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Juve Stabia-Palermo, il botta e risposta tra Filippi e Novellino

Juve Stabia-Palermo

Juve Stabia-Palermo è stata una partita molto tattica, e lo si intuisce facilmente già dal risultato. Non una partita noiosa, però. Entrambe le squadre hanno tentato di vincere, sfruttando i punti deboli l’una dell’altra, e ponendo molto sul piano fisico i duelli, in special modo sulla trequarti.

JUVE STABIA-PALERMO: LA STRATEGIA DI FILIPPI

Inizialmente, la mossa giusta l’aveva attuata Giacomo Filippi. Il tecnico nei primi 25 minuti di gara ha improntato le sortite offensive rosanero su delle lunghe verticalizzazioni della difesa, mirate a sorprendere i tre colossi difensivi gialloblù. Nello specifico sono state tre le occasioni d’oro non concretizzate dal Palermo. I due lanci di Marconi verso Brunori (rispettivamente al 3° e all’ 11°) che hanno visto l’italo brasiliano sparare alto, e al 24° un lancio telecomandato di De Rose, abbassatosi sulla linea della difesa, ancora una volta verso Brunori. Quest’ultimo, con un abile gioco di sponda, ha innescato una ripartenza velenosa che si è spenta tuttavia per un passaggio fuori misura di Dall’Oglio.

JUVE STABIA-PALERMO: LA RISPOSTA DI NOVELLINO

Quest’ultimo episodio, in particolare, ha fatto correre ai ripari Novellino. L’allenatore della Juve Stabia ha immediatamente ordinato alla sua difesa di stringersi e ai due esterni di abbassarsi qualora la palla si trovasse tra i piedi di uno dei centrali del Palermo. Di fatto, da quel momento in poi la retroguardia delle Vespe si è assestata a 5 in fase di non possesso, costringendo i siciliani a cercare reticoli di passaggi fuori dall’area, coinvolgendo nel fulcro del gioco i centrocampisti. Dai tiri dai 20 metri sono arrivati i pericoli più rilevanti per la porta di Sarri: ancora una volta Brunori al 71° e dieci minuti dopo Luperini.

Sul finire della gara chiaramente la stanchezza ha preso il sopravvento e gli schemi hanno lasciato spazio ad una serie di iniziative individuali piuttosto sparute.
Ambedue i tecnici hanno sottolineato nelle interviste post-partita come nessuna delle due squadre fosse partita con l’intenzione di pareggiarla: tuttavia, come spesso capita nel calcio, il botta e risposta tattico si sposa più con il timore di prendere gol, piuttosto che con l’audacia di provare a farne uno in più degli avversari.

(Umberto Cipolla)

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