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Sognare non costa nulla. Ma oggi si può ancora?

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Palermo – Sognare non costa nulla. Ma oggi si può ancora?

Sognare non costa nulla, è gratis, e per fortuna è accessibile a tutti.
Però se fai sempre gli stessi sogni che poco dopo diventano quasi incubi, forse vale la pena non sognare più. Tuttavia, il ‘mestiere’ del tifoso è quello di sognare, anche ad occhi aperti e oltre ogni logica. E non c’è dubbio che, pur assalito dalla rabbia, da mille dubbi, da migliaia di aspettative deluse, da rimpianti sempre più crescenti, ieri sera, dopo i risultati della 26° giornata, qualcuno ha ricominciato a guardare la classifica, a fare conti, tabelle e tabelline. Forse, il bello del calcio e del complesso meccanismo della Serie C, è anche questo.

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Perché è inevitabile che se si vedono i pochi punti dal terzo posto, torna l’acquolina in bocca. Perché nonostante le battute di Baldini sul decimo posto, una cosa è cominciare i play off con le lunghe gare da girone un’altra è partire dagli ottavi o dai quarti di finale.
Certo la rabbia per le occasioni mancate resta perché ci voleva davvero poco, pochissimo (Messina e Campobasso) per essere li, a insidiare il Catanzaro e poi anche un Bari che sta (forse) pagando adesso le tante gare vinte in maniera rocambolesca.

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Insomma, si può sognare ancora oppure la logica, il raziocinio consigliano di andare cauti? La storia del campionato insegna a non fidarsi troppo, questa è una squadra inaffidabile in trasferta e siccome delle rimanenti 11 gare ben 6 saranno lontane dal Barbera, bisogna ancora restare molto ancorati ad un presente non idilliaco.

Però il tifoso vuole sognare, vuole darsi un obiettivo per cui continuare a guardare le partite del Palermo e allora vuole illudersi. Facciamo dunque un gioco, un patto: fermiamoci alle prossime 4 gare (Francavilla, Vibonese, Avellino ed Andria). Valutiamo i punti raccolti soprattutto in trasferta e poi, solo poi, se la squadra avrà iniziato a marciare spedita anche fuori Palermo, riattiviamo i sogni. Per il momento, per la salute mentale di tutti, forse è meglio mantenere i piedi ben piantati per terra.

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