Antonino Pulvirenti, ex patron del Catania, è tornato a parlare dopo l’estromissione del club rossazzuro dal Girone C di Serie C. In particolare, l’ex numero uno etneo ha voluto sottolineare che ai tempi di Finaria, società controllante della compagine, e del concordato preventivo si era portata avanti la scelta migliore per poter evitare il fallimento del Catania. Inoltre Pulvirenti ha lanciato accuse nei confronti di Sigi, ossia la cordata di imprenditori locali che condotto il club etneo nell’ultima stagione prima del fallimento.
LE DICHIARAZIONI DI PULVIRENTI SULL’ESCLUSIONE DEL CATANIA
Di seguito riportiamo le parole di Antonino Pulvirenti, ex patron del Catania, pronunciate ai microfoni di La Sicilia e rilanciate da TuttoC.com: “Con Finaria il Catania non sarebbe mai fallito. La strada da noi scelta era quella del concordato in continuità, proprio per scongiurare i rischi legati all’esposizione debitoria. Infatti ci sarebbe stata una compensazione fornita dal patrimonio immobiliare. In questa maniera avremmo avuto dei rigido controlli, di modo che si salvaguardasse la società. Posso dire che oggi il Catania sarebbe ancora vivo e vegeto, con o senza di me, grazie a questo percorso. Nella primavera di due anni fa si parlava solo dei 50 milioni di debiti, ma molti dimenticano, forse volutamente che c’era Torre del Grifo Village. Quest’ultimo a bilancio valeva 65 milioni. Non è una mia fantasia, è tutto nero su bianco in bilancio. Il Catania era l’unica società ad avere un simile patrimonio immobiliare in tutto il calcio italiano. Su Sigi posso dire solo che consultando i documenti si rileva un inadempimento molto grave e potrebbe portare a conseguenze indescrivibili. Credo che gli avvocati siano già al lavoro”.
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